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Può un libro cambiarci la vita?
Può un libro cambiarti la vita?
E’ questa la domanda che ci si pone leggendo "Le quaranta porte" di Elif Shafak, scrittrice turca, edito da Rizzoli.
Almeno questo è quello che succede a Ella, la protagonista. Una donna di quarant’anni, americana che vive una vita perfetta. Un marito rispettabile, tre figli, una bella casa, tutto quanto costruito per dare l’impressione che tutto sia come dovrebbe essere. Ma un cambio di direzione, un lavoro non richiesto e accettato con riserva, porta Ella a capire che a tutta questa perfezione qualcosa manca e non è cosa da poco. Nella sua vita manca l’amore, ma da così tanto tempo che quasi non ne conserva il ricordo. Se ne rende conto leggendo “la dolce eresia”, il romanzo che l’agenzia letteraria le affida per stilare una scheda. Il piano di lettura diventa doppio, la vita di Ella, moderna, americana, consumistica, di bene e di affetti, e la vita dei sufi, religiosi di una corrente mistica della religione islamica. Si passa dall’occidente all’oriente, in Turchia, per la precisione negli anni 1200 ca, con disinvoltura e coraggio. Attraverso la lettura di quel romanzo, scritto da un uomo a lei sconosciuto, Ella capisce che tutto quello per cui vive un giorno, non avrà, per lei, più importanza e lo abbandonerà senza rimpianto.
La storia dei sufi appassiona sicuramente di più di quella di Ella, che è appena accennata. E mentre leggiamo di Rumi e Sharm, cominciamo a capire la differenza che passa tra religiosità e spiritualità, intuiamo che l’amore ha sfumature segrete e inaspettate, che la differenza di ceto, di religione o di qualunque altra cosa non è una pregiudizievole, anzi spinge al confronto e all’apertura. Belli tutti i personaggi anche se Aziz è appena un accenno.
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