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Seduzione e mistero
Raggelando e uccidendo la mia bella Annabel Lee non è solo un meraviglioso verso di una nota e struggente poesia di Edgar Allan Poe, ma anche il titolo del romanzo di Kenzabur? ?e tradotto in La vergine eterna, pubblicato nel 2007 in Giappone e uscito in Italia per Garzanti. L'autore, Premio Nobel per la Letteratura nel 1994, è solito mescolare nei suoi romanzi aneddoti autobiografici con l'intreccio narrativo sapientemente raccontati attraverso una scrittura inafferrabile e impegnata.
La vergine eterna è un romanzo che scava nel privato dell'autore mantenendo uno stile elevato, una forza e una personalità che rimangono intatti fin dai primi romanzi, quando Kenzabur? ?e contrapponeva la cultura sofisticata di Tokyo all'educazione ricevuta nell'isola di Shikoku.
Il protagonista è uno scrittore che viene scelto per scrivere la sceneggiatura di un film prodotto da un amico di vecchia data,Komori Tamotsu, ex compagno di studi e ora produttore cinematografico. La protagonista sarà un'altra vecchia conoscente dello scrittore, Sakura Ogi, sensuale attrice le cui movenze provocatorie non sono cambiate nel corso degli anni.
Il presente che vive lo scrittore si ricollegherà ad una storia passata, ad un lontano ricordo che risale a trent'anni prima: un incontro segreto (e probabilmente filmato) che coinvolge l'allora attrice esordiente Sakura con Komori Tamotsu. Finzione o realtà? Ricordo o fantasia? Il filmato, dopo trent'anni, ricomparirà alla vista dello scrittore, il quale ricorderà il turbamento che aveva provato nel vedere quella giovane ragazza avvinghiata a Komori. Turbamento che riguarderà la stessa Sakura, la quale ha cercato di dimenticare ciò che era accaduto ma inconsciamente la ferita non si è mai chiusa.
La vergine eterna appare come un romanzo che cela in sé un mondo nascosto, un'esplorazione antropologica dei personaggi e della loro identità. Interessante da sottolineare è l'ambientazione del film che il protagonista deve scrivere per l'amico produttore: l'isola natale di Kenzabur? ?e, Shikoku, che sottolinea il continuo intreccio tra elementi autobiografici e finzione narrativa.
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