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Fantasia + ironia = divertimento!
Un’alta eccentrica favola di Josè Saramago.
Questa volta il personaggio principale è la morte.
Nelle prime pagine vengono dettate le regole del gioco, accettiamole con un sorriso e poi lasciamoci trascinare dalle parole scelte con maestria, dalla fantasia, dall’ironia, dalla capacità di Saramago di sedersi accanto al lettore e seguire insieme a lui l’evolversi del racconto.
In un clima veramente surreale Saramago ci trascina in un fantastico mondo di “invenzioni”. Seguiamo il Maestro e pian piano la realtà che conosciamo cesserà di esistere, sostituita da quella che prende vita dalla sua penna.
Protagonista del romanzo è la morte che, forse un po’ stanca di millenni di routine, decide di apportare qualche cambiamento al normale metodo di intervento presso gli umani: in un primo momento dichiara uno sciopero e non uccide più nessuno, poi, spinta dalla protesta per i problemi di sovraffollamento che la sua decisione va creando, inventa un sistema di morte su appuntamento. Invia una lettera a ciascuno una settimana prima della data fissata per la fine della vita, in modo che si possano sistemare le ultime cose senza sentirsi presi a tradimento. Ma, come si sa, non siamo mai contenti e la protesta cresce: sembra che nessuna soluzione venga giudicata soddisfacente.
E poi… e poi c’è un tizio che a quanto pare non si riesce a far morire, uno che la morte non riesce a catturare, uno che forse, chissà, sarà proprio lui a catturare la morte… leggere per credere!!!
Insomma c’è da divertirsi con le invenzioni del grande Josè, che non delude mai.
[...]Quel diavolo di violoncellista, che fin dal giorno della sua nascita era indicato per morire giovane, con quarantanove primavere appena, aveva finito per compiere sfacciatamente i cinquanta, screditando così il destino, la fatalità, la sorte, l’oroscopo, il fato e tutte quelle altre potenze che si dedicano a contrastare con tutti i mezzi degni e indegni la nostra umanissima voglia di vivere. Era davvero un dscredito totale. E ora come faccio a correggere uno sviamento che non sarebbe potuto succedere, se un caso del genere non ha precedenti, se nei regolamenti non è previsto niente di simile, si domandava la morte, soprattutto perché quel tipo sarebbe dovuto morire ai quarantanove anni e non ai cinquanta che ha già. Si vedeva che la povera morte era perplessa, sconcertata, che per poco non si metteva a sbattere la testa contro la parete dal dolore. [...]