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Amore e razzismo
Si tratta di un romanzo molto piacevole, lo giudico buono anche se avrei preferito e gradito una conclusione differente, forse più esplicita e dettagliata relativa ai risvolti che, invece, restano a discrezione della fantasia del lettore. Una scrittura delicata ma al contempo forte quando racconta le vicende storiche reali che fanno da sfondo all'amore tra Keiko ed Henry. Il romanzo porta alla ribalta della cronaca la triste condizione dei giapponesi residenti negli Stati Uniti durante la II Guerra Mondiale, durante il conflitto nel Pacifico tra le due potenze. Migliaia di cittadini americani di etnia giapponese sono condotti in campi di permanenza e di lavoro, in condizioni estreme di convivenza e povertà: "ufficialmente" per salvaguardare la loro incolumità, nella realtà come forma di ritorsione e ghettizzazione del "nemico". Costretti ad abbandonare le proprie case e i beni familiari, non tutti tornano a casa quando la guerra finisce. Henry, cinese americano con un padre fortemente nazionalista fuggito dalla Cina in guerra anni prima, s'innamora di Keiko, di famiglia giapponese e costretta come tutti gli altri a trasferirsi con la forza in uno di tali campi. Vicissutidini, intromissioni familiari e il lungo tempo allontanano le vite dei due giovani, che "forse" si ritrovano dopo oltre quarantanni.
Un romanzo che merita di esser letto con attenzione anche per i suoi risvolti storici che, sinceramente, non conoscevo così dettagliatamente.
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lo leggerò sicuramente!