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"In te vedo un grosso"
Il titolo può certamente strappare un sorriso a chiunque lo legga, ma non è affatto un libro comico, anche se lo sembra.
Ambientata a Tokyo, la storia parla di Jun, un ragazzo di quindici anni misantropo che per sopravvivere conduce una vita "da barbone" vendendo oggetti che "si vergognerebbe a comprare" ed è in fuga dal suo passato di cui si rifiuta categoricamente di parlare.
La sua vita però cambia con l'incontro dell'anziano maestro Shomintsu, gestore di una scuola di sumo, che continua ad affermare ogni volta che gli passa davanti che "vede un grosso in lui" e gli propone più volte di assistere ad un incontro di sumo. Ma se all'inizio Jun pensava di avere a che fare con un vecchio pazzo, decide infine di assistere a quell'incontro di "uno degli sport più stupidi del mondo con due cotechini, degni di essere ricoverati all'ospedale, che tentano di buttarsi fuori da un cerchio". Durante la gara, però, Jun rimane completamente affascinato e attratto da quella lotta, comprendendo che non è solo una questione di forza e peso, ma anche di tattica, intelligenza, astuzia e percezione. In quell'istante tutti i suoi pregiudizi si annullano e Jun inizia l'allenamento per diventare a sua volta un lottatore di sumo, mettendoci impegno, passione e forza di volontà: ma se riesce a raggiungere l'altezza minima per combattere, non riesce ad ingrassare come dovrebbe e per risolvere questo problema, Jun scopre dal maestro Shomintsu che deve affrontare i demoni del suo passato e non pensare più a niente affidandosi al corpo del mondo e della natura...
E'una piccola ma intensa storia di saggezza, dolore, odio, pregiudizio, metamorfosi e rinascita. Un libro profondo e ricco di sentimento che afferra il cuore del lettore come una dolce tenaglia, svelando segreti che pieni di filosofia di vita ed esistenza.