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Il libraio di Régis de Sà Moreira
"Quando ridiscese nella libreria, il libraio notò con una rapida occhiata che qualcuno aveva rubato dei libri. -Finalmente qualcuno che non ruba cose di merda- pensò sbrigativo".
Non è l'incipit del romanzo di Régis de Sà Moreira, Il libraio, edito a giugno da Aìsara, ma una delle frasi centrali del libro che dicono molto dello spirito del protagonista.
Régis de Sà Moreira racconta la storia di un libraio che gestisce una piccola quanto particolare libreria "in un luogo a migliaia di chilometri" rispetto a dove ci troviamo. Potrebbe essere qualsiasi paese o città dove abbiamo vissuto, che conosciamo, oppure che abbiamo solo immaginato. Eppure lì, proprio in quel singolare posto dimenticato da tutti c'è il librario. E non uno qualunque, ma un individuo piuttosto robusto, che porta sempre un cappello e che si nutre di libri e tisane. Proprio così, si nutre di libri e tisane. Il suo motto è "ogni cliente una tisana" (anche se in origine era "ogni cliente un caffè").
Un alternarsi, quasi ritmato, di clienti bizzarri (il tizio che voleva tre libri da portare su un'isola deserta, la gran dama nera, le ragazze con la sindrome dell'ultima pagina, la fioraia, l'avventuriero che voleva una guida di viaggi, i testimoni di Geova) entrano nella sua libreria, si affacciano su questo mondo incantato fatto di libri che circondano il banco del librario quasi nascondendolo, romanzi e saggi che abbracciano il libraio quando è in preda alla tristezza oppure mentre legge. I clienti rimangono esterrefatti dall'oceano di romanzi che li accoglie e difatti questo è proprio l'obiettivo del librario, a lui "piaceva l'idea che i clienti si trovassero da soli davanti a un oceano di libri, una marea, per la precisione, senza che nessuno li osservasse".
Le richieste dei clienti sono stravaganti ma ad ognuna di queste il protagonista sembra dare risposte sincere e oneste, prendendo sul serio qualsiasi cosa gli venga chiesta.
Il libraio non ha amici, o meglio ha smesso di averne quando ha scoperto che era diventato per loro un argomento di conversazione. Sarà proprio l'incontro con un suo ex amico a svelare un altro lato del suo carattere.
E così il protagonista trascorre le sue giornate a leggere, a bere tisane e ad accogliere i clienti. Ogni volta che legge una pagina ben scritta, che contiene un particolare insegnamento, il librario strappa la pagina e la spedisce ad uno dei suoi cinque fratelli o ad una delle sue cinque sorelle sparse per il mondo, sperando che, alla sua morte, possano unire questi fogli formando il libro del librario.
Un romanzo dai contorni sfumati, dove la realtà e la fantasia si intrecciano sapientemente. Un libro che dona emozioni ma anche sorrisi, grazie a quelle venature ironiche che si possono incontrare sparse qua e là nelle pagine.
In un periodo dove sembra esserci spazio solo per gli ebook, è bello leggere in questi termini le emozioni che possono scaturire dalla carta stampata.
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Commenti
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Secondo, sono d'accordissimo sulla riflessione che fai sugli ebook, mi piace la tecnologia, ma solo quando serve a qualcosa e migliora la vita, non quando rischia di far sparire una delle cose più belle che siano mai state inventate...i libri, con le loro pagine, con il loro peso, con l'impagabile piacevolezza di sfogliarli, toccarli, odorarli.
E poi non si può togliere alle mie piccole demoniette il divertimento di spostarmi di nascosto il segnalibro da un punto ad un altro del libro!!!!
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Come bella è anche la recensione.
a.