Dettagli Recensione
La Pastorale Americana
La pastorale americana è valsa allo scrittore il Premio Pulitzer nel 1997, e questo di sicuro ci fa riflettere. Perché mai dovremmo criticare negativamente uno scrittore così prestigioso e il suo romanzo più bello e famoso?
Roth è di sicuro un maestro e la Pastorale è ben scritto e racconta uno spaccato di vita americana, in maniera magistrale. Forse proprio per questo non sono riuscita a “entrare in sintonia” con i personaggi. Il romanzo racconta la storia di Seymour Levov, bello, biondo alto e sportivo, detto lo svedese e candidato a incarnare il sogno americano, che sposa una donna destinata a diventare Miss America, ma non ce la fa e rimane Miss New Jersey , e per tutta la vita cerca di dimostrare che lei è tutta “cervello” e poche forme, non è la solita bambolina, ma che dentro di sé cova il rimpianto per quella mancata vittoria. Fin dalle prime pagine Nathan Zuckerman, un compagno di Lev e alter ego dello scrittore, parla dello svedese, ma per entrare nel cuore del romanzo ci vuole pazienza; superare la noia di tante descrizioni, da come si fanno i guanti a come si concia una pelle, passando per particolari di musica, di cancro alla prostata, di tori da monta onestamente non è facile. Nathan Zuckerman rincontra a una festa gli ex compagni e da lì in poi sente la necessità di raccontare la storia di Lev prima che svanisca la memoria. Ma non è solo Lo Svedese il protagonista del romanzo e in questo la narrazione è davvero bella e particolareggiata. Il sogno americano, emblema di riscatto e di opportunità, si distrugge sempre più man mano che leggiamo, fino a porre una domanda cruciale.
Perdono quindi a Roth i particolari che non aggiungono niente alla storia e ve ne consiglio la lettura.