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Il cacciatore di aquiloni
Il cacciatore di aquiloni, autobiografia fittizia scritta da Kaled Hosseini, è una storia di segreti, guerre, responsabilità, errori, pentimenti, amicizia, amore. Protagonista della vicenda è Amir, figlio di Baba, ricchissimo commerciante di Kabul. La madre del bambino morì dandolo alla luce e tale episodio ha segnato la vita di Baba per sempre, tanto che mai è riuscito a perdonare il figlio per una colpa che non ha comesso. Essi dimorano in una sontuosissima villa di Kabul insieme ad Ali, hazara al servizio della famiglia da sempre, e suo figlio Hassan, inseparabile compagno di giochi di Amir e miglior cacciatore di aquiloni della città. E’ tradizione infatti, che a Kabul si organizzino tornei invernali di caccia agli aquiloni, i quali vedono sempre l’esperto duo composto da Amir e Hassan in finale. L’idillio tra il “pilota” e il “cacciatore” però si spezza quando Amir, dopo aver assistito nell’ombra e senza agire in difesa del suo inseparabile compagno d’avventure stuprato dal coetaneo Assef, fa in modo che Ali e suo figlio abbandonino la villa per evitare i rimorsi causati dalla sua presenza. Con l’arrivo dei Russi a Kabul, Baba e Amir fuggono in America, dove dopo qualche anno di sacrifici del pragmatico capofamiglia, il primo muore a causa di un cancro. Amir sposa invece la dolce Soraya, figlia di un ex generale afghano, e realizza il suo sogno di bambino di diventare scrittore. Tutti i sogni sembrano essersi realizzati, ma una telefonata inattesa riaprirà la ferita sul cuore di Hassan, risucchiandolo nel vortice di un passato che invano aveva tentato di dimenticare. L’interlocutore è Rahim Khan, amico fraterno di Baba che chiede ad Amir di recarsi a Kabul a distanza di circa venticinque anni per cercare Sohrab, unigenito rimasto orfano di Hassan, assassinato insieme alla moglie Farzana dai Talebani. Hassan, nato da una relazione fra Baba e la moglie di Ali, fuggita dopo aver partorito il bimbo dal labbro leporino. Hassan, a sua insaputa fratellastro di Amir. Un viaggio straziante per il suo paese, ormai ridotto a un misto fra guerra e disperazione, e all’interno di sé. Un viaggio che costringerà Amir a fare i conti con una viltà mai confessata e il legame indissolubile di un’amicizia chiusa in un cassetto, ma mai dimenticata.
Io ho trovato “Il cacciatore di aquiloni” un libro bellissimo, di quelli che scuotono l’anima, rapiscono il lettore emozionandolo con l’accuratezza delle descrizioni e la ricerca di un linguaggio semplice, ma realista. Una storia che non illude, ma al tempo stesso fa sperare. Una storia tagliente che si legge tutta d’un fiato. Una storia che non può non essere presente nella libreria di ognuno di noi.