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Gli effetti secondari dei sogni
 
Gli effetti secondari dei sogni 2011-09-08 07:46:18 manu chan
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
manu chan Opinione inserita da manu chan    08 Settembre, 2011
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Date ai francesi quel che è dei francesi


“Gli effetti secondari dei sogni” è un libro di Delphine De Vigan scritto nel 2008 che io ribattezzerei “Gli effetti secondari della scelta di un libro per il titolo e la copertina”, dato che per me è stato molto deludente rispetto a quanto mi sarei aspettata per l’approccio estetico avuto in prima battuta all’acquisto.
La storia parla di due ragazze completamente diverse che si incontrano quasi per caso in una stazione. Lou è una dodicenne dal quoziente intellettivo di 160, è per questo che salta due classi e si ritrova a condividere le sue giornate scolastiche con ragazzi più grandi di lei che la ignorano per la sua intelligenza. Ama guardare la gente e per questo spesso si reca alla gare d'Austerlitz per ingannare il tempo: è lì che nota tra gli sguardi della gente che parte, che ritorna e che si saluta, stati d’animo completamente diversi; è lì che conosce Nolween. No è una ragazza diciottenne che vive per strada, fa uso di alcool e di droga e viene “utilizzata” da Lou per una ricerca scolastica sul tema dell’abuso di sostanze stupefacenti tra i giovani; ne è talmente interessata che alla fine sembra quasi che diventino amiche. La situazione a casa di Lou non è facile a causa della depressione della madre in seguito alla perdita di sua figlia in un incidente domestico e sebbene il padre cerchi di nascondere invano la situazione, Lou conosce il problema di fondo e con un discorso pacifico convince il padre a ospitare No per qualche giorno a casa. Durante il soggiorno a casa della sua nuova amica, No è riuscita anche a sollevare il morale della madre di Lou, che riprende a sorridere, a cucinare, a fare la spesa. Una mattina No scappa dalla casa in cui era ospite, così Lou chiede aiuto al suo migliore amico Lucas, che accetta di cercare Nolween per ospitarla a casa sua. I due ragazzi provano anche a togliere la droga dalle mani di No, ma la ragazza soffre di crisi d’astinenza. Un giorno Lou decide di partire e vagabondare in giro per la città con No, anche se all’appuntamento alla stazione la diciottenne non si presenta e Lou ritorna a casa. Delusa e amareggiata per quello che non ha potuto fare nei confronti di No, si rifugia tra le braccia di Lucas, che finisce per diventare il suo fidanzato.
Sebbene nel libro siano affrontati temi importanti, quali la solitudine, la droga e l’alcool nel corpo di una ragazza, la ricerca disperata di una via d’uscita per la depressione della madre, lo stile col quale vengono narrati gli argomenti sopra elencati è molto semplice, per non dire banale. I periodi sono brevi e la punteggiatura è in molti casi stata usata male. Insomma, forse è il caso di dire che la De Vigan ha fatto più furore in Francia, vista la vincita del “Prix des Libraires as Salon du Livre 2008”.
Il titolo non ha nulla a che fare con il contenuto dell’”opera” (se così si può chiamare), perché di sogni in quel libro non se ne parla proprio, vista la fine deludente sia per Lou che per il lettore. Non dico che doveva andare a finire tutto rose e fiori, ma quantomeno sarebbe spettato all’autrice creare le condizioni anche per fingere che tutto fosse al posto giusto. Evidentemente neanche questo è stato possibile per la banalità dell’affronto dei temi scelti. Questo libro avrebbe potuto avere molta più potenzialità per quanto riguarda i contenuti, avrebbe potuto raggiungere livelli maggiori, eppure non è stato così. Davvero un peccato … I francesi l’hanno preferita quindi forse è il caso che continui a scrivere per la Francia.

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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ahab
08 Settembre, 2011
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Le recensione è scritta bene. Forse un po' drastici il voto e qualche giudizio finale, per quanto mi riguarda. Non ho un ricordo così ostico.
Ma la qualità di una recensione prescinde dalle differenti valutazioni del libro.
a.
Helena
08 Settembre, 2011
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Grazie della recensione! E' molto dettagliata,l'ho molto apprezzata soprattutto perchè è diretta e non cerca di essere gentile se non è il caso di esserlo.
Ammetto di essere stata tratta in inganno anch'io dal titolo e dalla copertina che mi sembravano promettenti. Non ho acquistato il libro, ma ero assai tentata. Non reggo più di tanto lo stile troppo semplice nè tantomeno l'uso errato della punteggiatura, specie se in un libro che, in quanto tale, dovrebbe avere come prerogativa quello di essere scritto correttamente. Come tu dici, anche se tratta temi importanti, probabilmente non riuscirei ad apprezzarli per via dello stile.
Ancora grazie e complimenti per questa recensione così diretta e decisa.
In risposta ad un precedente commento
manu chan
08 Settembre, 2011
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grazie! I temi tra l'altro sono molto attuali e non sempre sono trattati nei libri di narrativa, però ripeto, le capacità di questo libro non sono state abbastanza sfruttate...
In risposta ad un precedente commento
ahab
08 Settembre, 2011
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A volte errori di punteggiatura possono essere dovuti al traduttore. E l'opera originale può esserne immune. Proprio per questo tendo ad essere un po' più clemente nei giudizi verso l'autore, quando non italiano. Così, in linea di massima. Ma, sinceramente, la versione francese non la conosco affatto.
a.
Condivido la tua recensione, tra l'altro scritta molto bene. anch'io lessi il libro più o meno un anno fa e ne rimasi delusa. Troppi temi poco approfonditi. A presto
Condivido la tua precisa recensione, anche io ero rimasta delusa .
Mi perdonerete, ma quando leggo una recensione mi aspetto di leggere ciò che il libro ha suscitato in noi, le nostre emozioni, i ricordi, i sapori...e non una prolissa descrizione degli accadimenti che non fanno altro che togliermi il gusto di leggere il libro visto che già so per benino tutto ciò che accadrà. Almeno avvertite prima, che farete un sunto dettagliatissimo della trama, così chi non vuole togliersi il gusto della lettura non legge. Senza rancore. Grazie.
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