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Interesse saltuario
Pensavo che un Fante mi avrebbe regalato più emozioni. O meglio, pensavo che io sarei stata in grado di provarle. Forse ho il cuore di ghiaccio, forse non sono la persona adatta per questo tipo di genio, e ciò mi rattrista. Ci riproverò, intanto. Prenderò qualcos'altro, anche se dubito possa farmi sentire quelle fastidiossissime ma meravigliose farfalle nello stomaco.
Non sono realmente in grado di citare le pecche di “Chiedi alla polvere”.
Arturo Bandini, l'uomo dalle tre personalità mescolate: l'uomo cattolico, l'uomo italo-americano, l'uomo che sogna di diventare scrittore. Quello stesso uomo che alla fine si innamora di Camilla, la quale apparentemente sembra una donna comune (povera ma bella), ma che si rivelerà la chiave che lo aggancerà al mondo, il foro dal quale fuorisce la sua incapacità di vivere la vita; lei rappresenta i suoi spiriti, i fantasmi del passato. Non sono sicura che questo percorso di formazione, se così può essere definito, terminerà mai o se ancora Bandini sia in procinto di cercare una via d'uscita. “Chiedi alla polvere” è un insieme di contraddizioni, o più che altro un “mélange” di tante emozioni, tanti stili, tante idee che si scontrano tra loro. Il risultato è un libro di un certo livello, almeno questo si percepisce, che però non è lineare, o almeno come io l'ho percepito.
Se potessi esprimere con un colore questo libro direi subito beige, tendente al marrone scuro. Il Beige del Colorado, il Beige di quelle catapecchie sporche americane, il Beige della terra, della polvere, il Beige della povertà.
Il dubbio principale è:
Bandini, scrittore per passione o per fama? Amore viscerale per le parole o voglia di denaro? Ci sono elementi che contraddistinguono entrambe le teorie, ma non sembrano sufficienti a darne un giudizio irremovibile e indiscutibile (almeno per me!). Questo è ciò che mi ha frustrata maggiormente. Quell'incertezza finale che non permette di porre la parola “fine”.
Altra pecca (come ho notato l'abbia percepita anche Baricco, il quale ha scritto una bella introduzione – edizione Einaudi) è quella di non aver trattato perfettamente la seconda parte del Bandini, ovvero la versione cattolica dell'alter-ego di Fante. E' soltanto accennata, poiché la storia con Camilla invade le altre sfumature, calpestandole completamente e prendendo fin troppo potere.
Uno stile in parte semplice e lineare, in altre parti invece molto dettagliato e accurato, che sa regalare molti concetti di un certo spessore e soprattutto delle immagini entusiasmanti.
Indicazioni utili
- sì
- no
Non riesco a darli obiettivamente.
Li aggiusterò più in là.
Commenti
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Il brutto e il bello dei libri sta proprio in questo: ti danno l'imput e non sempre una soluzione. Maledetti! ahahahah ;))
almeno...io credo...
l'ho in lista da parecchio ma non l'ho ancora letto!!
Sul fatto di creare personaggi controversi sono perfettamente d'accordo anch'io.
Comunque grazie Silvia! :DDD
ok, appena riesco me lo leggo....
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Brava Darky, attenta, sincera e decisa!!!
Come e sempre del resto!!!