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Il gabbiano
Un solerte funzionario del Ministero a Budapest riceve una giovane donna e questa visita lo sconvolge perfino più del documento che ha appena finito di redigere, quello che attesta l'entrata in guerra, nella seconda guerra mondiale, dell'Ungheria; la donna è la copia perfetta di quella che lui aveva amato, morta suicida anni prima. Aino Laine, così si chiama la donna, è finlandese, venuta da lui per un permesso di soggiorno, ma una semplice visita per una funzione burocratica si allungherà in una serata all'Opera e poi in una lunga notte di pensieri e ricordi dove altre verità e altre facce dei due protagonisti verranno a galla perché tutto non è mai così chiaro come appare.
Leggere Sandor Marai non è semplice, ma anzi è faticoso ed impegnativo. Un romanzo lentissimo, con il tempo dilatato, che non dà nel finale tutte le risposte che il lettore chiede e probabilmente cercare di capire fino in fondo questa storia folle, ma lucida, i suoi personaggi inquieti, delineati volutamente con tratti di acquarello che non lascia intravedere bene il profilo, non è il modo migliore per godersi questo grande scrittore ungherese. Occorre lasciarsi andare e allora in un solo attimo ci si ritrova magicamente nel freddo inverno di Budapest, nell'atmosfera tesa dei giorni immediatamente precedenti la guerra, nella precarietà di un destino che non si sente nelle proprie mani e contemporaneamente si sente la forza e la voglia di esserci quando tutto sarà finito. In tutto questo Marai è un maestro. Un romanzo che, nei lunghi monologhi, diventa a volte quasi un saggio, sull'amore, sulla giovinezza che se ne va, sul destino che ha fatto le sue scelte senza interpellarci.
“Un giorno mi risponderai. Perché i prodigi esistono, ormai lo sai anche tu, e le persone un giorno si incontrano. Le persone, tu e io e forse anche quelle masse nebulose chiamate popoli, che al di là di ogni furia e passione si cercano l'un l'altro e cercano il loro posto nel mondo... all'epoca delle migrazioni oppure oggi, e talvolta in maniera spaventosa e ripugnante come adesso, e in bizzarre tenute, in uniforme o in pelliccia color crema e abito da sera nero... E il tutto è diretto da una mano invisibile.”
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Commenti
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ragazze/i : legggete Sandòr Marai, io consiglierei partendo da Le braci!!! è una sorta di "preparazione" per poter "affrontare" Il gabbiano!!!
Bella recensione!
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