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L'insostenibile leggerezza dell'essere
Mha, non lo considero un Capolavoro con la C maiuscola, ma non mi trovo d'accordo neanche con qualche recensione precedente, davvero troppo severa. Tralasciando di riassumere la trama, riconosco che lo stile non sia dei più elaborati, ma non sempre uno stile cavilloso è sinonimo di contenuto valido. Piuttosto rimprovero all'autore di aver voluto giocare troppo su interpretazioni "psicanalitiche" un po' sempliciotte riguardo alla natura dei personaggi. Nel complesso comunque si tratta di un buon romanzo, piuttosto scorrevole, con uno stile misurato ma piacevole, e un contenuto interessante, che ogni tanto tra le pagine dispensa qualche verità non troppo scontata sui meccanismi che si innescano nelle relazioni umane. Non è un libro destinato a una ristretta elite di intellettuali, questo no. Non è un libro che ha le carte in regola per essere annoverato tra i grandi classici della letteratura, no. E' solo un libro piuttosto intelligente, che tutti possono capire. E' un romanzo che trae dei presupposti da alcune teorie filosofiche, ma non pretende di essere un trattato di filosofia. Nonostante ciò ha delle pagine interessanti, per esempio quelle riguardo alla teoria del "diabolico dono della comprensione" che spesso unisce gli amanti e li condanna a "patire" insieme, a portare il proprio dolore o le proprie emozioni sulle spalle, aggravate dalla perfetta e lucida comprensione anche del dolore e dell'emozione dell'altro. Ripensandoci ora, a distanza di circa un anno dalla lettura, riconosco che più che per la vicenda in sè o per lo stile, questo libro si fa ricordare come un'ottima fonte di citazioni. Però su...abbiamo letto tutti decisamente di peggio. Lo consiglierei, assolutamente. Senza farvi troppe illusioni, però leggetelo.