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Non hai mai letto Palahniuk???
Mai letto nulla di Palahniuk. Forse c’ero rimasta solo io al mondo... Ecco che rimedio!
Victor, il protagonista, ha due punti focali nella sua vita: la madre – una dei tanti disadattati che incontreremo leggendo - e l’incapacità di gestire la dipendenza sessuale che lo costringe ad incontri frequenti e meccanici nonostante il tentativo di recuperarsi con una terapia di gruppo.
Ha abbandonato gli studi di Medicina, sbarca il lunario con un impegno di figurante storico in un parco a tema - un ambiente squallido e deprimente, magistralmente descritto - e arrotonda le entrate con una piccola truffa: si provoca il soffocamento col cibo cenando al ristorante solo per farsi “salvare” con la classica manovra di Heimlich.
Perché? Perché ha scoperto che chi ti salva la vita, ti adotta per gli anni a venire e si sente responsabile per te.
Così per ogni manovra andata a buon fine, Victor riceve anno dopo anno dal suo salvatore un assegno a ricordo dell’evento. Una truffa che regala a chi ne è vittima l’impressione di essere un eroe. E Victor, con questo, sente di chiudere in pari la partita.
Naturalmente il libro è molto più di questo, ma non voglio svelarne la trama.
I personaggi comprimari sono disegnati con acume ed ironia e accompagnano Victor fino alla comprensione del suo passato.
La prosa piana e piacevole fa sembrare normali situazioni inverosimili e alterna momenti di alienazione dalla realtà, di introspezione , di violenza, di poesia.
Victor è un disadattato “normale” che percorre la strada del menefreghismo e del cinismo ed effettua le sue scelte chiedendosi ogni volta: "Cos’è che Gesù non farebbe?" , ma nel suo profondo si percepisce il bisogno d’affetto e d’amicizia che è dentro ogni uomo.
Il finale è inaspettato e soffuso di tristezza.
Da leggere.
"A questo punto dovrei dirle la verità. Ovvero che io quelli che hanno una dipendenza li ammiro. In un mondo in cui tutti quanti non fanno altro che aspettare ciecamente questa o quella catastrofe, questa o quella malattia fulminante, chi ha una dipendenza perlomeno sa a grandi linee cosa l'aspetta dietro l'angolo. Ha assunto una parvenza di controllo sul suo destino, e la dipendenza fa sì che per questa persona il modo in cui morirà non sia un mistero.
In un certo senso avere una dipendenza è sinonimo di intraprendenza."
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Commenti
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:D
E lo sapevo!!!
Si può vivere anche senza leggere Tolstoj, ma sarebbe un peccato, e ammetto che Palahniuk non è Tolstoj :))
Per quanto mi riguarda l'ho apprezzato in questo primo "contatto" e sto per cominciare Invisible Monsters (Eva, magari poi ti racconto come va a finire :D): evidentemente Palahniuk mi incuriosisce.
Vi farò sapere :D
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