Dettagli Recensione
È pur sempre Ken Follet
Ovviamente non è un saggio storico e bisogna leggerlo sotto questo profilo. Fatta questa breve, doverosa premessa, posso dire che è un libro piacevole e, come tutti i testi del medesimo autore, scritto molto bene anche se qualche cultore dell'anti-congiuntivo e della scrittura al limite della leggibilità storcerà il naso. Rispetto a "I pilastri della terra" è molto meno vario e, un po' furbescamente, vi si adagia sulla scia, anche se i personaggi sono sempre ben modellati e l'affresco d'insieme risulta sempre vivo.
Ha un paio di punti decisamente buoni, come la scena notturna in cui viene catturato il ladro che tentava di rubare il tesoro del convento: qui si rivela tutta l'abilità diabolica di Ken Follet nel creare atmosfere senza luce, già splendidamente sperimentata nel romanzo "Notte sull'acqua" quando la protagonista giunge in una Londra assolutamente buia a causa del coprifuoco.
C'è qualche lentezza e più di una soluzione sembra forzata, ma l'insieme regge e le 1400 pagine circa scorrono velocemente. Anche come struttura si rifà al precedente con l'andamento da serial televisivo ad episodi che, poco prima della fine, ne introducono uno nuovo, ma questo non da eccessivo fastidio.
Un buon libro di evasione, da consigliarsi vivamente anche se "La cruna dell'ago" era un'altra cosa.