Dettagli Recensione
Certo non è un libro allegro
Fin dalla prima pagina un nodo di misteri e spiegazioni tenute ben nascoste mi ha spinto a proseguire nella lettura con assiduità. Tutto si svolge in prima persona. E' una ragazza che racconta un percorso fisico e mentale a ritroso nello spazio e nel tempo per ritrovare nella memoria il ricordo dei genitori e di un dramma del proprio passato che ha completamente rimosso. Ci sono regole da seguire per arrivare a capire ed a capirsi. Così da poter rinnovare la propria vita, e ricominciare proprio da quell'errore che l'ha resa piatta, che ne ha cancellato le emozioni. Leggendo te ne accorgi, e non solo perchè è lei stessa a spiattellartelo davanti. Lo noti dalle sue azioni, dalle risposte che da agli ''amici'' che l'hanno accompagnata: è una ragazza fredda, calcolatrice per necessità, una che sopravvive e lo sa fare bene. In città, certo, ma anche e soprattutto su un'isoletta isolata, nel mezzo di una fitta boscaglia. E tu, io, leggendo, mi chiedo il perchè di questo atteggiamento. Questo é il mistero che ti porta fino in fondo, condito da un che di soprannaturale che aiuta a mantenere alta la tensione senza far cadere il romanzo nell'irreale. E' il secondo romanzo della Atwood che affronto, il primo fu l'Ultimo degli uomini. Ho ritrovato le stesse atmosfere da allucinazione, colori troppo luminosi quasi accecanti. Coinvolge, spiazza e turba.
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