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Vite
Affrontare questa lettura significa entrare nelle case degli abitanti di una ridente cittadina del Maine; ebbene sì, le case, ossia il luogo più intimo che appartenga ad un individuo, le cui mura nel corso degli anni sono mute testimoni delle vicissitudini familiari più private.
Alla serenità di una natura idilliaca e di un ritmo di vita lontano dalle frenesie metropolitane, fanno da contraltare le profonde inquietudini che soffocano ogni famiglia.
Quella proposta dall'autrice è un'analisi lucida e tagliente delle molteplici problematiche che affliggono la nostra società, colte con perspicacia e arguzia, senza cadere in inutili sentimentalismi.
E' tremendamente difficile parlare di incomprensioni tra genitori e figli, di coppie annoiate, di anziani soli, di malattia, di eventi traumatici senza scivolare nella banalità e nel già detto; eppure la Strout ci riesce con questo romanzo dai toni aspri capace di scavare nell'anima del personaggio, in modo apparentemente rapido ed essenziale, tuttavia giungendo a far cogliere al lettore tutta la tragicità degli eventi e l'amara consapevolezza dell'inesistenza di qualsivoglia isola felice.
Ad un approccio iniziale, il racconto focalizzato su singoli nuclei familiari può apparire slegato e incoerente con un flusso narrativo uniforme; con l'avanzare della lettura l'intento della scrittrice si concretizza e si riesce ad apprezzare la coralità delle voci e delle storie messe in campo.
E' un romanzo forte, che parla dei dolori della vita e delle diverse maniere in cui gli uomini li affrontano, che non astrae mai dalla realtà quotidiana, ma ne mostra i mille volti.
Uno stile limpido e cristallino ed un linguaggio dal sapore classico, mai troppo moderno, contribuiscono alla bellezza del racconto, regalandone una lettura veloce e godibile, seppur pregna di emozioni e di spunti di riflessione.
Un'ottima prova da parte dell'autrice che, alternando ironia e crudezza, riesce a dar voce alla difficoltà del vivere di tutti i giorni, anche di coloro che problemi sembrano o dicono non averne.
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Commenti
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Mi confondi le idee con le tue recensioni... :D
Complimenti Silvia! :))
Ecco, chiarezza e precisione: una bella opinione.
Aggiungo solo una cosa. C'è una metafora usata dalla Strout, molto bella, quando parla di fuochi d'artificio. Ci sono i grandi fuochi d'artificio nella vita, una nascita, un amore, ad esempio, ma sono cose che, seppur belle, nascondono delle insidie. Ecco allora che, per sopportare queste possibili insidie, abbiamo bisogno dei piccoli fuochi, come il sorriso di una commessa, un tramonto. (Più o meno così). Molto bello.
rece splendida che condivido in pieno!!!***
E' un romanzo che mi ha toccato nel profondo e speravo di riuscire a trasmettere almeno un decimo delle emozioni che ho provato io leggendolo.
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