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Un bimbo all'ombra delle torri distrutte
NY 11 settembre 2001, una data che il mondo non potrà mai dimenticare: ciascuno ricorda dov’era e cosa faceva quando cominciarono ad arrivare le prime immagini della tragedia. Impossibile dimenticare, anche se l’orrore non ci ha toccato da vicino, anche se non abbiamo dovuto piangere un affetto.
Ma Oskar, nove anni, quel giorno perse il padre ed ora lo cerca. O meglio cerca una traccia per risolvere un mistero, quasi un gioco postumo da giocare col suo papà: ha trovato casualmente una chiave ed una traccia scritta che fa risalire a lui e vuole vedere dove lo porterà la soluzione di questo mistero.
Oskar è un bimbo speciale, i suoi affetti sono affetti speciali, i suoi occhi leggono il mondo in modo speciale e nell’inseguire il misterioso segreto del padre, scoprirà pian piano tanti altri segreti, più vicini a lui, che almeno in parte addolciranno il dolore per la perdita del genitore che ha profondamente amato e gli faranno accettare un lutto che rimarrà per sempre in sospeso, come accade quando non abbiamo un corpo su cui piangere.
È un libro ricco di personaggi sorprendenti, di scoperte grandi e piccole, per Oskar ma anche per chi legge. Il linguaggio con cui è scritto e le immagini che fanno parte integrante del racconto sono assolutamente in sintonia col personaggio principale e soffondono l’intero racconto di un dolore sognante, seppur profondo, di sorrisi ed affetti, di grandi prove d’amore.
"Ho pensato a tutte le cose che tutti ci diciamo l'un l'altro, e che tutti dobbiamo morire, o fra un millisecondo, o fra giorni, o fra mesi, o fra 76 anni e mezzo se uno è appena nato. Tutto quello che è nato deve morire, e questo significa che le nostre vite sono come i grattacieli. Il fumo sale a velocità diverse, ma le vite sono tutte in fiamme, e tutti siamo in trappola."
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