Dettagli Recensione
Reality? NO, GRAZIE!
Immaginate una giornata qualunque. Un giorno come un altro in cui siete intenti a fare le solite cose: state andando a lavoro, un amico vi sta offrendo un caffè, siete alle prese con la fila chilometrica alle poste, vi trovate immersi in una magnifica passeggiata nel parco vicino casa… Ecco, all’improvviso un’orda di troupe televisive fa irruzione e finite in una retata, una retata vera, una di quelle da cui se ne esce solo come prigionieri ed il cui unico criterio è l’appartenenza al genere umano. Come prigionieri venite poi stipati in dei sorta di carri bestiame e spediti, insieme a mille altri, in dei campi che sono il rifacimento spiccicato di “quei campi”. Il tutto filmato istante per istante da una miriade indefinita di telecamere che non perde una sola virgola dell’angoscia generale.
Cosa sta succedendo? Nulla di che! Si da inizio ad un nuovo reality televisivo: “Concentramento”, il reality del secolo, quello destinato a raggiungere il record di ascolti mai raggiunto prima nella storia della televisione.
È così che prende il via questo romanzo del tutto provocatorio di Amélie Nothomb, ed è così che prosegue: con la narrazione del tutto paradossale di come i prigionieri-concorrenti vengono nel campo spogliati di ogni cosa, identificati con una matricola, mandati ai lavori forzati o eliminati fisicamente se inadatti a produrre. “Concentramento” si trasforma nel palcoscenico grottesco della morte dell’individuo che si ritrova stretto in un giogo mediatico senza precedenti e in grado di saziare la bramosia ed il desiderio degli spettatori di poter vedere l’invedibile, persino oltre il limite di quella che dovrebbe essere l’indignazione umana, e di diventare protagonisti grazie al televoto per la settimanale condanna a morte di uno o più prigionieri.
L’eroina della vicenda è Pannonique (matricola CKZ 114), nota nel campo e tra il pubblico a casa per la bellezza ed il contegno dignitoso ma soprattutto per i suoi tentativi di andare contro le ferree regole della trasmissione. Pannonique diventerà l’oggetto indiscusso dell’amore autentico del prigioniero EPJ 237 e di quello ossessivo della kapò Zdena, due amori distanti per natura e forma ma che riusciranno in diverso modo a dare una svolta agli avvenimenti. Perché volenti o nolenti, è sempre l’amore a smuoverci.
Con una scrittura lineare, spoglia di eccessive descrizioni e netta come una lama ben affilata, la Nothomb porta allo stremo il degrado mediatico di cui è schiava la nostra società, un degrado in cui la “democratizzazione” dell’immagine e la messa in scena della sfera “intima” e “privata” altro non hanno comportato se non l’anestetizzazione non solo del gusto estetico ma anche dei più radicati principi dell’etica e della politica. Non c’è da andare fieri dell’avvento del Grande fratello, non c’è da sperare in nuovi e sempre più “stimolanti” format che ne richiamino il principio: il livellamento sempre più costante e sempre più in discesa che simili programmi-spazzatura denotano, non può essere altro che un chiaro e inequivocabile allarme della vacuità alienante verso cui irrimediabilmente avanziamo. Toccherebbe tenere sempre a mente le parole di Pannonique alle telecamere in uno dei suoi tentativi di salvare se stessa e i compagni: “Spettatori, spegnate i vostri televisori! I maggiori colpevoli siete voi! Se non accordaste un’odience così vasta […] questa mostruosa trasmissione sarebbe finita da un pezzo!”.
Oppure, bisognerebbe semplicemente ricordare come la Nothomb inizia il suo romanzo: “Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo”.
Per non arrivare mai a bramare la spettacolarizzazione della sofferenza come unico elemento per riempire il vuoto che un’epoca di spettacoli e show televisivi continua a scavare.
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Commenti
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Sono contenta, allora, di averlo fatto!
Recensione perfetta, Eva! :)
@Marcello, per scoprire perchè "Acido solforico"...tocca arrivare alla fine del libro. Neppure io capivo il nesso all'inizio... niente posso dire ;))
@Darky, spero che anche a te piaccia. Il genere e lo stile sono particolari: diciamo che non va bene per chi è alla ricerca di un "romanzo" vero e proprio che ti trascini in intrecci e succosi avvenimenti. è un testo parecchio provocatorio, questo sì! Senza contare che l'autrice è stata criticata per il tema del "concentramento" portato alla stregua di reality.
Ci confronteremo quando lo avrai letto! Io adoro i tuoi giudizi sui libri, positivi o negativi che siano :))
Lo leggerò sicuramente, comunque! :D
Bacioni ciccia!
balza tra i primi posti della mia WL!!!!
:**** grazie cara!
Io sono intenzionata a proseguirne la scoperta, invogliata anche da Luca e da Luigi :))
un bacio grande!
si si si, s'ha da fare!!! :)
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