Dettagli Recensione
Claustrofobia allo stato puro
"In realtà deve ancora nascere il primo essere umano sprovvisto di quella seconda pelle che chiamiamo egoismo, ben più dura dell’altra, che per qualsiasi cosa sanguina."
Se dovessi trovare un unico aggettivo per poter definire questo libro sicuramente avrei problemi. A voi la scelta tra agghiacciante, terrorizzante, profetico, claustrofobico.
La storia è originalissima: una mattina un uomo fermo con la propria auto al semaforo diventa improvvisamente cieco. Questo sarà il destino della maggior parte della popolazione. Una bellissima metafora della vita, come Saramago ci spiega attraverso le parole dell'indiscussa protagonista, la moglie del medico: "Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono."
Ma questa cecità è strana, diversa dal solito: non è nera, è bianca. E rende i nuovi ciechi più spaventati del normale. Non troveremo una cura al male, non stabiliremo perchè si diffonde questa malattia, ma attraverso questo capolavoro entreremo nell'animo umano. Senza formalismi e apparennze, ci scordiamo del colore della pelle, della marca dell'abito, persino dei nomi dei singoli personaggi. Ognuno, da cieco, deve lottare per la sopravvivenza in un mondo di ciechi:"Ci sono molti modi di diventare un animale, questo è solo il primo".
Ed è proprio ciò che si nota in ogni singola pagina: la legge della natura, la lotta e la sopraffazione tra gli uomini non è mai sparita; probabilmente si è manifestata in contesti differenti e in versioni meno accentuate, ma è sempre esistita. Ed è bastato un piccolo/grande avvenimento, come quello della cecità universale appunto, per farlo riemergere. Più potente e distruttivo di prima.