Dettagli Recensione
La scrittura diventa Arte in una storia che parla
Lolita. Un libro che generò scandalo alla pubblicazione per i contenuti scabrosi che la società (con un finto moralismo più irritante del solito) vi trovava nella trama esplicita, che richiamava la pedofilia.
Per me “Lolita” è ben altro. E’ innanzitutto la prosa elegantissima di un Maestro della Parola. E’ l’arte scritta che si rivela. E’ umorismo della sensualità ed è la sensualità dell’umorismo. E’ abile maestria: nonostante lo scandalo che produsse, le pagine del libro infatti non contengono neanche una descrizione sessuale; ed è questo, credo, il pregio più alto di Nabokov, saper parlare di ogni tipo e forma di amore e di farlo con la morale adeguata, senza perversioni di alcuna sorta.
Fin dal primo rigo mi sono immersa negli spasmi e nelle ‘impurità’ di Humbert Humbert, un personaggio che vive e si muove da solo, che ha senso di esistere e che non può non entrare nella storia della letteratura. E forse non esagero se scrivo che sarà immortale.
E la sua Lolita. Amara, dolcissima, furba-ingenua Lolita. Ma dimmi, sei esistita davvero? E’ mai esistito un singolo particolare della tua figura letteraria? Esisterà mai più un’altra parola, come il tuo nome, che conterrà tutti i significati del mondo e i suoi contrari? Questo è davvero uno dei personaggi femminili più enigmatici della letteratura. Che prorompe nelle sue modeste descrizioni, che riesce a far sentire le sue urla mentre scappa in bicicletta, che è capace di far sentire il suo afrore mentre gioca con grazia a tennis.
A momenti viene voglia di giustificare Humbert. Eppure non sta al lettore giudicare questa raccolta di “idilli amorosi”. La storia parte come un guazzabuglio di sentimenti e riesce a dipanarsi da sola.
E’ vero, questo libro non parla di una storia d’amore. Parla di un rapporto (in tutti i sensi) che lega un uomo e una bambina. Ed è un rapporto che viene vissuto come un sentimento amoroso, casto e puro: il genio di Nabokov, ancora una volta, si insinua nelle nostre menti e riesce a farci cedere alle lusinghe di Humbert, a farci credere che in fondo quel che i due protagonisti assoluti stanno vivendo è qualcosa di ‘naturale’. E quando uno scrittore manipola la mente del lettore in questa maniera, pur chiamandolo sempre in causa, pur facendolo mettere sull’attenti, pur elogiando la sua intelligenza, è proprio in quel momento che la scrittura diventa Arte Pura.
E quest’arte, districata con tanto ingegno, si rivela in ogni pagina, in ogni sussulto, in ogni singolo capoverso che lega il lettore alla schiavitù della lettura.