Dettagli Recensione
La cena
Due fratelli e rispettive mogli della media borghesia olandese, Serge candidato primo ministro alle prossime elezioni e suo fratello Paul, che è la voce narrante, si ritrovano a cena in un ristorante molto esclusivo per discutere del futuro dei loro figli e quello delle rispettive famiglie, infatti Michael e Rick, i figli sedicenni, hanno picchiato e ucciso una barbona “colpevole” di dormire dentro una sala Bancomat.
Tra perentesi la rivelazione dell'omicidio avviene dopo circa 100 pagine, più di un terzo del libro, ma è nel retro copertina e su tutti gli articoli che parlano di questo romanzo, impossibile non saperlo prima di iniziare a leggere, cosa che mi ha dato fastidio.
Durante questa lunghissima cena i quattro genitori dei piccoli assassini dovranno decidere come comportarsi; l'omicidio è stato ripreso dalle telecamere della banca e i due non sono stati ancora riconosciuti, forse non lo saranno mai.
Una narrazione pesante, lenta, lunghissime descrizioni dei piatti, del maitre, abbastanza fini a se stesse, intervallate però da buoni flashback in cui Paul si scopre sempre più personaggio inquietante e assieme a lui, gli altri attori della vicenda si trasformano, dal punto di vista psicologico, sotto i nostri occhi. Herman Koch tralascia accuratamente di farci conoscere il pensiero dei ragazzi; il vero nodo del romanzo è lo “sconquasso interiore” dei genitori.
Un romanzo politicamente scorretto, provocatorio, fa riflettere sì, ma che con i tempi che corrono più che una provocazione, avrei preferito leggere una condanna. Con forza.
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Per dare un'opinione compiuta devo per forza parlare del finale. Chi non volesse conoscerlo si fermi qui.
Molto buono il profilo di Paul, il narratore; sembra essere un personaggio positivo, dilaniato dalla notizia e dal dramma interiore e invece, piano piano si scopre e diventa il vero protagonista oscuro della vicenda. Seri problemi psichiatrici, una propensione naturale alla violenza, un teorico della selezione naturale, razzista e convinto assertore della superiorità di menti intelligenti come la sua rispetto alle povere persone comuni in nome della quale poter comportarsi secondo la legge, la sua. Con manifesta soddisfazione scopre di aver allevato un figlio come lui. E la moglie Claire, basso profilo, ma per il bene della famiglia più feroce del marito, disposta a coprire l'omicidio del figlio, con la violenza e addirittura a consentirgli ed ispirargli un secondo omicidio. Serge, descritto come un politico nel vero senso della parola, falso, opportunista, scaltro ma poco intelligente, alla fine, abbastanza sorprendentemente, sarà l'unico personaggio positivo deciso a denunciare il figlio e a rinunciare alla carriera e sarà punito per questo. Babette, la moglie, disposta a tutto per non perdere il suo stato sociale.
Ripeto, vista la pericolosità di questi tempi, per questi argomenti, avrei preferito un taglio diverso; non si può, seppur provocando scorrettamente, assolvere e giustificare come fa questo libro.
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...politico nel vero senso della parola... :)))
Anche io ero attratto da questo libro, ho trovato dappetutto opinioni solo positive... Forse l'ho letto in un momento sbagliato...
più che altro credo mi attragga... come lo hai chiamato tu...lo "sconquasso interiore", anche se dipende molto da come lo ha trattato l'autore...mi darebbe fastidio un'eventuale superficialità...
cmq se alla fine mi decido a leggerlo poi ci confrontiamo magari :)
ciao stefano :)
preciso e chiaro come sempre....complimenti!
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