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delicata metafora
Nello studio del dottor Shiomi,cinico psicanalista, si presenta la bella ed eterea Reiko,dicendo che non riesce a sentire la musica...una delicata metafora per far capire al medico che la giovane non prova piacere insieme al compagno che dice di amare. Da qui si dipana una storia intricata e a tratti torbida,ma mai volgare ,durante la quale il Dottor Shiomi si trova suo malgrado affascinato dalla paziente, e a tratti coinvolto più di quanto lo stesso possa confessare a sé stesso. Scopriamo pian piano che la bella Reiko nasconde dietro allo scudo della frigidità dei traumi e dei segreti che l'hanno segnata a vita,e il dottor Shiomi con grande fatica sonderà la mente contorta della ragazza fino alla risoluzione del caso,che nonostante la difficoltà avrà un buon esito.
La narrazione in prima persona dei fatti da parte del Dottor Shiomi fa apparire la storia più che verosimile, e infatti mi son chiesta durante la lettura se Mishima abbia attinto a fonti reali.
In ogni caso è una lettura piuttosto interessante anche se non semplicissima, in particolare per il tema affrontato, che fin'ora non ho mai ritenuto comprensibile da parte di un uomo che non sia medico. La complessità del desiderio e del piacere femminile viene affrontata in questa sfaccettatura con acume,e sinceramente vedere ambientata la storia nel Giappone degli anni 60-70,dove l'influenza dell'Occidente e delle nuove teorie psicanalitiche si fa largo,dà al lettore l'immagine di una cultura allo stesso tempo legata alle tradizioni ma proiettata versoil futuro.
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Commenti
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Ottima recensione.
Ciao,
Amalia
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Ma credo di aver fatto proprio un bell'acquisto. Si, sono contenta :))