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libero arbitrio
La storia degli ultimi cinquant’anni della famiglia Berglund diventa - con la piacevole e intrigante scorrevolezza senza veli e licenze della brillante penna di Franzen - la rappresentazione dell’epopea americana, del sogno a stelle e strisce di una intera generazione, quella dei cinquanta/sessantenni di oggi, giovani rampanti dei favolosi ed effimeri anni ’80, e dei loro figli nell’attuale vuoto generazionale e di contenuti degli anni pre-crisi economica del post 11 settembre.
Franzen ha la capacita’ di creare un romanzo di cosi’ vasto respiro da diventare un classico moderno che spazia dalle singole crisi personali dei due protagonisti assoluti (i fidanzati/coniugi in difficolta’ Walter e Patty – nell’arco temporale dalla adolescenza alla maturita’), a problematiche di tipo ambientale, razziale e civico che sono poi i grandi enigmi in cerca di una soluzione dell’eta’ moderna, di una societa’ ormai matura ma giunta forse al punto di saturazione.
A fronte di cio’ l’”Americano” di umili origini di Franzen ha la capacita’ e l’astuzia di crearsi il proprio castello di valori, su cui poggeranno tutte le sue (fragili) certezze e la sua bella e agiata esistenza. Walter predica la salvaguardia degli spazi verdi e i pericoli cagionati dal sovraffollamento umano sul pianeta, ma non si fa scrupolo di scendere a patti con i piu’ laidi magnati dello sfruttamento energetico senza freni, per la salvaguardia delle proprie teorie; procrea in eta’ giovane due figli e desidera una nuova famiglia anche in un’epoca in cui potrebbe essere un nonno benestante e realizzato; soffoca una moglie che adora ma della quale non percepisce le potenzialità inespresse di fronte alla sua inarrestabile carriera di salvatore del mondo; si disegna un ruolo di padre moderno e di larghe vedute, ma rimane una figura scomoda e poco presente nella confusione spensierata del simpatico figlio Joel, protagonista di alcuni dei momenti piu’ esilaranti ma al tempo stesso toccanti del romanzo.
Memorabile e determinante per legare insieme le varie vicende e’ anche la figura dolente ma sempre cosi’ ironica di Patty, la donna che per tutta la sua esistenza non ha mai saputo amare la persona giusta: e’ legatissima e in sintonia col fidanzato e marito Walter, che finisce per amare con rassegnazione, ma col quale non ha il trasporto che prova e provera’ per sempre nei confronti del piu’ sgangherato e geniale miglior amico di quest’ultimo, il cantante e “costruttore di terrazze” Richard Katz. Alto bello e dinoccolato, quasi un sosia del giovane Gheddafi, Katz e' il sogno subito proibito e poi concretizzato di una unione clandestina ma ben meno forzata di quella contrattuale con il proprio marito sognatore, profondo, ma anche sconsolante ritratto dell'anti-erotismo.
L’opera procede in “disordine” cronologico, ma grazie a cio’ diventa sempre piu’ coinvolgente e ad incastro, facendoci capire molte cose al tempo giusto e senza fretta, prendendosi il suo tempo con un suo ritmo da grande classico dei nostri primi anni dieci.
E’ la prima opera di Franzen che affronto, cui seguira’ subito dopo, grazie all’entusiasmo con cui ho accolto questo splendido romanzo e per non perdere il giusto sentimento, l’altrettanto celebrato e promettente “Le correzioni”, di cui cerchero’ di riferire molto presto, appena sara’ possibile.
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Commenti
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Lo metto in lista....
ti dirò...se lo riprendo!
in ogni caso,hai svolto comunque un ottimo lavoro!!!
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ciao