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La scatola nera
 
La scatola nera 2011-07-04 07:34:40 Fucina CHI
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fucina CHI Opinione inserita da Fucina CHI    04 Luglio, 2011
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Romanzo di corrispondenza

“Mauro, hai mai letto niente scritto da un autore israeliano?”
“No, perché?”
“Dovresti, hanno una rara sensibilità…”
“Dici? E chi mi consigli?”
“Amos Oz. È bravissimo.”
“E una vita che ne sento parlare, è davvero così bravo?”
“Sì, decisamente lo è.”
“Ottimo! E con quale suo libro inizio?”
“Leggi La scatola nera.”

Poche settimane dopo aver avuto questa conversazione con un mio amico, ho comperato il libro e l’ho messo sul comodino, in attesa di finire un altro libro che avevo iniziato da tempo. Appena terminato il favoloso Marcovaldo di Italo Calvino, ho iniziato La scatola nera.
C’ho messo 3 giorni.

È un libro incredibile, scritto con rara sensibilità e poi… ha una struttura molto, molto originale.
Aperto il libro, ho visto che iniziava con una lettera.
“Che inizio interessante, raramente ho visto libri che iniziano in questo modo.”
Curioso ho proseguito, ma alla prima lettera seguiva un’altra. E poi un’altra. E poi un’altra ancora, fino alla fine.

I personaggi, questi ricchi, mai decifrabili, umani personaggi non si confrontano nel racconto, lo fanno a distanza. Il tempo nel romanzo passa, improvvisamente è passato un mese e il lettore viene a sapere solo a posteriori cos’è successo, come a volte la situazione è cambiata interamente.
La vicenda è semplice: una donna, ovvero una madre, e due uomini, di cui uno vuol essere padre e l’altro ha rifiutato il ruolo. Sono le loro le lettere più ricche e appassionate, ma non di minore interesse tutte le altre lettere dei personaggi di contorno, a volte descritti alla perfezione con due righe.

Come dicevo, la trama è semplice, sviluppata in modo molto originale e già questo basterebbe a renderlo un bel libro. Ma vi è di più. Oz mette la sua chiara impronta in molte lettere, trascinando il lettore in visioni del mondo particolari e filosofeggianti, in cui l’istinto si alterna alla dolcezza, all’odio e alla filosofia.

Lo sfondo è fatto di passione, di sensualità e carne, ma anche passione religiosa; le due passioni si affrontano, come in un gioco di scacchi, ognuno facente le sue mosse e Oz queste mosse le descrive con umana brillantezza.

I personaggi sono dei normali esseri umani, con le loro debolezze e con una grande forza: una rara, profonda sensibilità. Ma come tutti gli esseri umani subiscono cambiamenti e non sono statici, non possono permettersi di esserlo questi personaggi così pieni di passioni.

Non vi dirò altro della trama di questo libro, un libro pieno di meravigliose sorprese.
Buona scoperta.

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Antonio Tabucchi
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