Dettagli Recensione
L'arte del copia/incolla fa miracoli... a volte!
L’Atlante di smeraldo, acclamato fantasy che dovrebbe secondo gli editori essere il nuovo Harry Potter, ed è stato quindi con un velo di scetticismo che mi ci sono avvicinata.
Scetticismo confermato dalla realtà.
La storia è abbastanza classica.
Kate ha solo quattro anni, suo fratello Michael due e la piccola Emma è ancora in fasce. Anche se sono così piccoli questi tre fratelli dovranno dire addio proprio la notte di Natale ai loro genitori ma la madre promette a Kate che andrà tutto bene e che un giorno potranno finalmente riabbracciarsi.
Anno dopo anno i tre fratelli crescono e cambiano orfanatrofio con la stessa sconcertante progressione. Kate è la maggiore e giudiziosa, Micheal lo speculativo innamorato dei nani e Emma, odiosa e prepotente (ma anche adorabile) come solo le minori possono essere.
Un giorno arrivano a Cambridge Falls. Questo posto però non è affatto come gli altri orfanotrofi in cui hanno vissuto. Cambridge Falls è una casa immensa ricca di torri e sotterranei e densa di segreti e di misteri. In questa casa non ci sono bambini e sono davvero molti gli strani oggetti che popolano le vaste sale dell’intero edificio. Anche il direttore, il dottor Pym, è un personaggio alquanto strano. Un giorno i bambini scoprono l’esistenza di un libro davvero misterioso, le cui pagine sono completamente bianche.
E da qui si dipana la storia.
John Stephens, sceneggiatore di professione, ha dichiarato di aver sottratto quattro ore al sonno per tre anni per scrivere questo libro. Ecco, anche solo per questo, il libro in questione merita di essere letto. Perché, diciamocelo, è chiaramente quello che dovrei fare io e solo per questo il libro meritava una chance.
Il libro si lascia leggere agevolmente, ma per i lettori abituali del genere odora di già visto. Kate non è Harry Potter né tantomeno Lyra, non crea empatia col lettore nemmeno con la lacrimosa storia della madre. Il dottor Pym si candida a nuovo Albus Silente ma con risultati poco soddisfacenti, anzi tutto odora di già visto e sentito.
Anche gli Strillatori assomigliano troppo ai personaggi di Tolkien.
Tutto il libro sembra un copia/incolla di altri testi più famosi, come il compito di un ragazzino delle medie. E se è vero che ogni opera nuova deve qualcosa alle precedenti, c’è comunque un limite allo scopiazzamento!!!
Cercate una bella storia fantastica la leggere? Allora leggete la trilogia di Pullman Queste oscure materie. molto meglio, senza paragoni.