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Il profumo delle foglie di limone
 
Il profumo delle foglie di limone 2011-06-20 18:14:58 Chiara
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Opinione inserita da Chiara    20 Giugno, 2011

La vendetta è un piatto che va consumato freddo...

Salvador è un sopravvissuto a Mauthausen diventato cacciatore di nazisti subito dopo la liberazione del campo. Ormai anziano e malato muore, lasciando a Juliàn, il suo migliore amico fin dai tempi della prigionia, il compito di portare a termine la sua ultima "caccia":
nel paesino di Dianium, sulla costa spagnola, vive una confraternita di vecchi gerarchi colpevoli di crimini terribili, che dopo essere sfuggiti al processo di Norimberga, sono rimasti nell'ombra per oltre 60 anni, facendo della loro vecchiaia una maschera, dietro alla quale celare un fanatismo tutt'altro che sopito.
Anche Juliàn è anziano e malato, ma l'esperienza e la fortuna lo aiuteranno ad affrontare l'indagine: durante un appostamento si imbatte nella giovane Sandra che, completamente ignara della vera identità dei coniugi Christensen, li crede solo una coppia di amorevoli anziani desiderosi di compagnia. Infatti, dopo averla soccorsa da un malore causato dalla gravidanza, viene invitata da Karin e Fredrik a trascorrere l'inverno nella loro villa, in una sorta di simbiosi da cui ognuno avrebbe tratto cure e compagnia. La ragazza accetta, ma il racconto di Juliàn instilla in lei il germe del sospetto. Sandra inizia così la sua vita da doppiogiochista, che la porterà a svelare inquietanti segreti sepolti sotto decenni di apparente normalità. Finchè non viene scoperta,sequestrata e costretta ad un'evasione roccambolesca.
Resterà Juliàn a cercare di farsi vendetta, ma non nel modo feroce che tutti ci aspettiamo, bensì facendo vacillare le certezze dei suoi vecchi aguzzini, alterandone il quotidiano, spostando i loro oggetti personali, costringendoli a capire che qualcuno è tornato dal passato per svelare al mondo il loro lato crudele e sadico, rovinando per sempre la loro esistenza. Ma alla fine Juliàn cederà: dopo averli costretti alla fuga, lascerà che siano altri a portare avanti la caccia alla confraternita del Sole Nero, ritirandosi nello stesso ospizio in cui risiedeva l'amico Salvador.

Nulla a che spartire con il cacciatore di nazisti nato dalla penna di Paolo Maurensig ne "La variante di Luneburgh", il protagonista affronta la situazione in modo tutt'altro che combattivo, mentre Sandra riscopre il significato della propria vita e il valore della famiglia, quella vera. Chi si aspetta un finale "giusto" rimarrà deluso: la sensazione è quella di un romanzo troncato dalla convinzione che il male vinca sempre, che i buoni possano solo confidare nella giustizia divina, sempre che, dopo aver vissuto l'orrore dell'Olocausto, riescano ancora a credere in Dio.

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