Dettagli Recensione
Splendido
Questo è un libro che ho divorato.
Avete mai la sensazione, chiudendo un libro che vi ha emozionato, di avvertire una punta di sofferenza per non aver più l’opportunità di aprirlo e… leggerlo per la prima volta?
A me capita talvolta, con i libri che mi coinvolgono molto.
Ecco, questo è uno di quei libri: vivo ancora totalmente immersa nell’atmosfera creata da Saramago: Maria e Giuseppe giovani sposi, il piccolo Gesù, il Gesù in fuga, il tempo col Pastore e l’incontro con Dio, Gesù adolescente confuso e alla ricerca di sé, l’incontro con Maria di Magdala ed il loro amore, gli apostoli che lo amano e non lo capiscono, ma credono in lui fino ad accettare il martirio profetizzato.
Gesù in questo libro è un uomo, figlio di Dio senza convinzione, recalcitrante e desideroso di affermare una propria volontà, di scrivere in prima persona il proprio destino: ma non è cosa facile quando Dio in persona ha già scritto il tuo futuro.
Giuseppe è un uomo confuso, martire per caso.
Maria è una donna del suo tempo descritta, come deve essere effettivamente stata, succube del marito e dei figli maschi (ne ha più d’uno, ebbene sì!) ed incapace di comprendere e guidare questo figlio “strano” che se ne va di casa proprio quando lei, secondo tradizione, conta maggiormente su di lui.
La Maddalena è una donna che ha esperienza e che riconosce in Gesù un uomo diverso, così del resto ci viene presentata anche dai libri evangelici, in più prova per Gesù un amore tutto terreno che viene ricambiato (uno dei motivi per l’accusa di blasfemia per il povero Saramago).
Ma il personaggio che maggiormente si discosta dalla tradizione, quello che ha una componente maggiore di originalità è Dio: in parte ricalca il Dio degli Eserciti del Vecchio Testamento, il Dio vendicativo, perfino competitivo - nei confronti degli altri Dei - per la supremazia sui popoli, talvolta è un po’ confuso, un tantino verboso, stizzoso e perfino litigioso… ed ha un alterego nel Diavolo, che invece viene particolarmente umanizzato e, tutto sommato, viene presentato come un “buon diavolo” che dà buoni consigli quando guida, per un periodo, la vita e la crescita di Gesù.
Insomma, a voler paragonare questo libro con i Vangeli, ne viene fuori che stiamo parlando di tutt’altro, così come è, in realtà: Saramago, calatosi impeccabilmente nel periodo storico, si è preso le sue licenze ed ha scritto un libro di fantasia prendendo spunto dalla storia più fantastica ed antica che sia arrivata fino a noi, rimaneggiandola a suo modo e caricandola della fortissima dose di intelligenza ed ironia che lo contraddistingue e che me lo fa amare.
La sua è una prosa densa che non indulge a lunghe descrizioni ma dipinge col pennello a punta fine ogni tratto del brullo territorio della Palestina, ogni aspetto di ogni singolo personaggio, ogni stato d’animo, ogni timore, ogni dolore ed ogni speranza. È una prosa estremamente personale, ricca di umori, cinematografica per l’assenza di pause e di cadute di attenzione.
Insomma, un autore eccelso ed un libro bellissimo.
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Cecità è in attesa sul mio comodino. Saramago è un autore che amo molto anche come poeta.
Visto che hai amato questo libro, anche io ti raccomando un altro titolo: Caino, su cui pubblicherò appena possibile il mio commento.
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