Dettagli Recensione
Guardatemi
“Guardatemi” non è un romanzo. E’ un diario, una confessione, una cronaca, un testamento, un trattato sulla solitudine. E la solitudine è l’assenza di storia propria, un’assenza da dimenticare. Frances Hinton vive così, in equilibrio tra i propri desideri e la cronicità di esercizi metodici e quotidiani a curarne l’inattuabilità: il lavoro nella biblioteca di un istituto di ricerche medico-comportamentali, il tea con l’amica / collega servito nella “tazza con Topolino”, la scrittura serale.
Una solitudine magistralmente suggerita dall’autrice con un “portacenere di malachite verde con il cacatua sull’orlo”. Una solitudine brevemente interrotta dall’incontro con Nick ed Alix, miraggio di una nuova vita sociale fatta di ilarità, leggerezza, “rovine di pudding e foglie luccicanti”. Una solitudine illuminata da un sogno d’amore. Una solitudine la cui colonna sonora è il grido bruciante e soffocato di una scrittrice per “sfortuna” più che per inclinazione. Un’invocazione sconfinata che sentirete ad ogni pagina: guardatemi! guardatemi!