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Le benevole
Le benevole è un'opera che esula dal solito clichè sugli orrori perpetrati dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale, per collocarsi come un romanzo complesso, dalle mille sfaccettature, in cui la ricostruzione della vita dell'ufficiale Maximilian Aue, funge solo da pretesto per un'analisi a tutto tondo del nazismo, dove l'attenzione si focalizza oltre che sugli eventi, sugli uomini coinvolti, ponendoli in primo piano durante tutta la narrazione.
Littell è stato in grado di unire la storia alla finzione creando un'amalgama abbastanza fluida e convincente.
Sul piano prettamente storico, egli confeziona pagine durissime sullo sterminio degli ebrei perpetrato dai tedeschi nella loro avanzata in terra russa, dipingendo scene raccapriccianti e dolorosamente realistiche, denotando un ottimo studio dei documenti dell'epoca.
Stupefacente anche l'approfondimento riservato all'aspetto antropologico della questione razziale, con lunghe dissertazioni di etnologia linguistica e con intricate dispute sulla metodologia da adottare per distinguere i ceppi ebraici dalle popolazioni caucasiche autoctone, argomenti che sono apprezzabilissimi per infondere valore al testo, tuttavia ardui da leggere.
Reali e suggestive le immagini di Berlino stretta sotto assedio, la speranza e la resistenza prima , la disperazione e l'arresa della città dopo.
La particolarità del testo è data, a mio giudizio, dalla scelta del protagonista, ossia un nazista fuori dai soliti schemi, nè sadico nè invasato, ma colto in tutto il suo essere uomo : un'infanzia difficile,il distacco dalla famiglia, le perversioni sessuali, l'orrore e la nausea di fronte alla morte, la capacità di rendersi conto di essere parte di un meccanismo crudele, l'evasione dal mondo circostante tramite vagheggiamenti filosofici e sogni deliranti.
Tirando le somme, devo ammettere che il testo è veramente complicato da leggere, vuoi per la mole delle pagine, suddivise in pochi capitoli, vuoi per lo stile narrativo, piuttosto ampolloso, prolisso, in diversi punti sfiancante, vuoi per un ritmo in prevalenza lento.
Nonostante la difficoltà, lo reputo un libro che arricchisce a livello storico-culturale e che pone il lettore nella condizione di meditare sullo sterminio del popolo ebraico e non solo, ponendosi sia nei panni delle vittime sia nei panni dei carnefici.
Un'opera per appassionati di storia e per chi ama conoscerla da punti di vista diversi.
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Commenti
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Appena sento parlare di storia mi ci butto...ma qua l'impatto è stato duro!
io non ce la farei...
sia per la mole che per l'argomento..
Silvia sei una grande,veramente...classe,talento e
competenza!
baci,
Giò
Grazie Silvia, sei una fonte inesauribile di ispirazione!!
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:))