Dettagli Recensione
L'estenuante mania per il verbo scritto
Non paga del primo capitolo delle avventure epistolari di Emmi & Leo, mi sono buttata allegramente anche sul secondo. Che, come tutti i sequel, raramente raggiunge le aspettative dell’inizio della “saga”.
Ma tant’è, ce l’avevo a portata di mano e mi son detta che provare poteva non essere sbagliato.
Il libro, così come il suo precedente, si legge agevolmente in una sera d’insonnia (proprio com’è successo a me). E già questo, si deve esser chiari, non so se sia un vantaggio o uno svantaggio. Cosa può lasciare un libro così easy? Niente, direte voi, se non piacevole intrattenimento letterario. Eh no, invece, no.
Perché i dialoghi di Emmi & Leo alla lunga (ma anche alla breve) diventano estenuanti. Così ansiosi e allo stesso tempo capaci di trasferire dentro di me un fastidio tale da farmi tornare alla memoria inutili fiumi di mail scambiate con i miei ex. Che se sono ex, giust’appunto, un perché c’è.
Detto ciò, il libro si trascina per oltre 140 pagine fino all’inevitabile happy end.
Che noia, che barba, che noia