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Amore epistolare ai tempi di internet
Una mail inviata all’indirizzo sbagliato fa nascere una tenera e divertente amicizia tra Emmi, sposata e madre di due figli non suo, e Leo, professore alle prese con l’ennesima delusione sentimentale. I due non si conoscono, non parlano (quasi) mai della loro vita vera, ma si scrivono centinaia di mail che formano lo scorrere incessante del libro.
Dall’iniziale ironia e distacco, la loro amicizia si evolve tra fiumi di parole e diversi incontri mancati.
Come potrà evolvere la loro amicizia, che è già quasi amore?
Le ho mai raccontato del vento del Nord nasce da un’idea originale e lo stile di scrittura è divertente e piacevole, ideale per la sala d’attesa di un dottore o un viaggio in treno o aereo. Ma tanto l’idea è graziosa, così è sviluppata male. Alla fine risulta un brodo allungato troppo, reso insipido dall’inseguimento di un cliché e dall’assenza di pathos nella storia. Inoltre Emmi è una delle donne più odiose che la carta stampata abbia creato: perfettina, saccente e mielosa. E anche irritante. Sembra me a dirla tutta. Odiosa, odiosa, odiosa!
Decisamente poteva venir meglio.