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Cecità
”Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.
CECITA’ di Saramago è un romanzo che fà profondamente riflettere non lascia spazio alla distrazione.
Questo romanzo è una triste ma al tempo stesso una fantastica metafora sul genere umano; sorvolando sulla trama la cecità che viene descritta non è solo quella fisica, che può giustamente invalidare i personaggi, ma è bensì una cecità intellettiva, dell’anima , della coscienza del genere umano; una cecità che prende il sopravvento quando le regole del vivere civile saltano completamente e l’uomo diventa preda degli eventi.
L’autore racconta in modo molto crudo e reale la cecità degl’esseri umani che di umano ormai hanno ben poco ed inoltrandosi nella lettura ci viene da chiedere se esiste ancora l’uomo moderno, evoluto, capace di grandi opere e di fantastici pensieri; forse quest’uomo non è mai esistito è solo una chimera.
Saramago in modo semplicemente brillante ci racconta di un genere umano che per quanto vario, svariato e variegato dinanzi a situazioni di estremo panico e di profondo stress perde tutti i suoi punti di riferimento morali ed etici e non esita ha commettere le azioni più turpi pur di sopravvivere; ed in fondo leggendo tutto questo non restiamo affatto sorpresi, non ci sembra affatto incredibile che possa accadere.
Il finale è intuibile, ma non è scontato, dove la speranza viene dalle donne che soffrono e sanno sacrificarsi per la salvezza degl’altri; mentre l’umanità seguendo un giusto ed etico pensiero riacquista “la vista” ma anche la fiducia e la ragione.