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"il consorzio umano di Fante"
Ecco a voi la genesi di Arturo Bandini!!!In quest'opera troviamo il più sfacciato, irriverente, anticlericale(da notare i due "dio cane" solamente alla seconda pagina del romanzo) ed anticondormista John Fante di sempre!!!L'irresistibile amante di Camilla Lopez, qui è soltanto un bambino di 14 anni...ah quasi dimenticavo..un bambino italiano!!!Disprezza tuttò ciò che è miserabile e sciatto,ammira in modo imprescindibile ogni cosa possa essere contrassegnata dall'aggettivo "americano" e avrebbe preferito chiamarsi John Jones e non essere imparentato con una lurida vecchia baldracca di nome Donna Toscana....questi sono gli albori dai quali prende vita e si plasma l'Arturo Bandini che ci ha divertito e amareggiato in "Chiedi alla polvere". AH!!...non se la passa bene il nostro Arturo, che insieme ai suoi fratelli, condivide una giovinezza caraterizzata dall'espressione "chiedi se ti fa credito"....ovvero una gioventù di stenti e difficoltà, non tanto alimentari quanto sociali e familiri.La "fame italiana", tema ricorrente in ogni opera di Fante, qui raggiunge il suo apogeo,è una vera commedia dell'immigrazione quella che approda sotto gli occhi del lettore, il quale non deve guardarla da lontano con deferenza, ma vi si deve immergere a piene mani e capire cosa ha contraddistinto e smembrato parer mio fortificato la prima generazione di immigrati italoamericani. Di mirabile fattura è anche Svevo Bandini, padre del nostro amato Arturo,duro come una roccia ma al contempo smemrato e dilaniato dai problemi che attorniano la famiglia.La figura paterna è granitca la prima generazione di immigrati italoamericani. Di mirabile fattura è anche Svevo Bandini, padre del nostro amato Arturo,duro come una roccia ma al contempo smemrato e dilaniato dai problemi che attorniano la famiglia.La figura paterna è granitica ed imponente per buona parte dell'opera; si scoprirà solo alla fine l'anima spossata del padre....che però non riuscirà a sopraffare il suo "orgoglio italiano".Ogni personaggio frutto della geniale mente letteraria di Fante cerca, durante le vicissitudini narrative, la riconciliazione con le sue tradizioni, ma allo stesso tempo è dilaniato dalla smania di congedarsene.Opera epica,mirabilmente riuscita,"aspetta primavera, Bandini", è un inno all'orgoglio che dovrebbe caratterizzare ogni "alieno" in terra d'oltreoceano,un'ovazione a ritrovare quei sentimenti che ognuno di noi ha smarrito cammin facendo,un monito a non ficcarci l'orgolio dentro le tasche.Aspettiamo primavera...magari qualcosa , scavando a fondo dell'anima, emergerà!!!