Dettagli Recensione
Semplicemente...bello
Ho chiesto un consiglio per un romanzo giapponese di un autore contemporaneo e mi è stato detto "...Leggi 'Norwegian Wood', tanto per cominciare." E credo che non potevo cominciare meglio....Le emozioni che mi ha suscitato sono state veramente molte ed intense.
Storie di ragazzi, perlopiù studenti universitari nel Giappone del 1968, sullo sfondo di rivolte studentesche, appena accennate per dire il vero, e vicende personali. Storia di Toru, un ragazzo che, nella sua difficoltà di crescere e scoprire il valore delle cose vere della vita, di scoprire l'amore o l'amicizia, si troverà a doversi confrontare, giovanissimo, con il dramma ed il mistero della morte di persone care. Amici o ragazzi che crescono insieme, si confrontano, si scontrano,, ognuno alla ricerca della propria strada personale, di quel "senso della vita" che è poi la ricerca di tutte le persone che sanno guardare il mondo e guardarsi dentro con coraggio e senza superficialità.
Un romanzo dove i ricordi bruciano come ferite mai guarite e che mai smetteranno di sanguinare completamente, perchè sono ricordi di persone incontrate e poi mai più riviste, perse o scomparse per sempre, in una girandola di incontri casuali,o desiderati. Di viaggi alla ricerca di Naoko, la ragazza amata ma che non può contraccambiare l'amore di Toru perchè altrimenti si "sgretolerebbe" come dice lei stessa. O i momenti vissuti con la vulcanica Midori, vera forza femminile quasi animalesca, nella sua esuberanza e voglia di sentirsi viva. Il confronto tra l'amore carnale, il sesso e l'amore spirituale, profondo e viscerale poi è un tema che assilla Toru ed al quale, in fin dei conti, non riesce a dare risposta.
Un senso di profonda nostalgia pervade tutto il racconto e fin dalle primissime pagine, l'autore ci comunica che, attraverso un pensiero di Toru ormai maturo, "...la mia mente andò a tutte le cose che avevo perduto nel corso della vita. Il tempo passato, le persone morte o mai più riviste, le emozioni che non possono rivivere."
Ogni lettore, con un pò di vissuto alle spalle, "sentirà" riaccendersi in sè le nostalgia dei propri ricordi, delle persone ormai perdute ma che continuano a "vivere" in noi come tracce indelebili di un passato che ci costituisce e ci plasma, dove, in fin dei conti, la nostra "vera identità", come quella di Toru, è forse la somma, certo non matematica ma emotiva, delle tracce che le persone importanti che abbiamo incontrato e poi perduto, hanno lasciato in noi.
Un romanzo da leggere, per incontrare personaggi indimenticabili, per ricordarci di romanzi eterni come "La montagna incantata", "Il grande Gatsby", letti dal protagonista, per riscoprire la musica dei Beatles, per fare lunghe passeggiate a Tokyo o nei boschi della clinica dove si impara a guarire dai mali della mente da soli, con le proprie forze e scoprire che il "viaggio" dentro noi stessi dobbiamo necessariamente affrontarlo sempre da soli.....
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Commenti
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ottima recensione fabry!
Complimenti, è molto esaustiva!
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