Dettagli Recensione
Suttree, l'America e Dio
Leggere un romanzo come "Suttree" rappresenta un'esperienza del tutto personale. Si tratta di una storia che, senza una vera e propria trama compiuta, si snoda attraverso un intreccio che fa perno esclusivamente sulle relazioni tra i personaggi.
Bisogna immaginare uno schema che vede il protagonista - Suttree - al centro della vicenda e tutti gli altri personaggi che di tanto in tanto mescolano le proprie dientità tra di loro e con lo stesso Suttree. Poco o nulla si sa del passato di Suttree, quello che ci viene dato di sapere è solo la fuga che lo stesso ha messo in atto per allontanarsi da quel misterioso passato e sciegliere una vita vissuta in uno stato ai limiti della povertà.
Lo stile dell'autore è fatto di sapienti digressioni descrittive che a prima vista potrebbero far risentire un lettore impaziente e più portato all'azione, ma quello che bisogna evidenziare è proprio la forza di queste descrizioni di attivare i recettori di tutte le sfere sensoriali del lettore. Personalmente, mentre leggevo il romnzo, avevo la sensazione di vedere volti scavati dei personaggi descritti, di assaporare i "succulenti" piatti cucinati dai pescatori, di annusare la sporcizia che impregna ogni pagina del libro. I dialoghi, scarni in rapporto al corposo compendio descrittivo, sono tuttavia incisivi come la me di rasoio, nel pieno rispetto della tradizione delle storie di Cormac McCarthy.Non mancano riflessioni sul significato di Dio e sul rapporto tra lo stesso burattinaio e la vita che sembra scivolare di mano a tutti i personaggi. A mio parere un classico sin d'ora. Da leggere con estrema attenzione e con poca precipitazione. In ogni caso, da leggere.