Dettagli Recensione
un ottimo, scanzonato libro
Mi sono imbattuta in questo romanzo attirata dal titolo. Ad ogni temporale, mia nonna invocava Santa Barbara che “tenesse lontani tuoni e saette”. Proprio questo ricordo, affacciatosi mentre prendevo in mano il libro, mi ha convita ad acquistarlo. E ho fatto bene! Un libro leggero per i contenuti, ma non tanto per la lunghezza (380 pagine!!!), che si leggono però tutto d’un fiato.
Siamo a Bahaia, in Brasile, dove una statua di Santa Barbara arriva da un villaggio per un’esposizione di arte sacra. Si tratta di una figura particolare, in quanto la Santa è raffigurata con un mazzetto di fulmini in mano (come Yansa, signora dell’uragano e della guerra), invece che con la classica palma. Al suo arrivo al porto, la statua prende vita, assumendo l’aspetto di Yansa e decide di andarsene in giro per la città, raddrizzando qualche torto e prendendosi le sue giuste soddisfazioni.
Il romanzo prosegue mostrando il punto di vista dei vari personaggi, creando un intreccio frizzante e mai noioso, con accenni di gioioso erotismo, senza alcuna volgarità.
Un ottimo libro, forse a volte un po’ difficile se non si ha dimestichezza con gli orixà, le ebomins e i riti pagani della cultra afro-brasiliana che si fondono col cristianesimo, dando vita al Candomblè. Ci sono però note a fondo pagina, che aiutano molto.
L’autore dichiara, nella brevissima prefazione, che scrivendo si è divertito: anche se non l’avesse esplicitamente detto, lo si sarebbe comunque capito fin dalla prima pagina…