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Il trono e la stirpe
Da qui, la nostra affascinante Phèdre, lascia il palcoscenico dalle vesti principali, per lasciare che
a raccontare le nuove avventure che non l'abbandonano mai sia il suo figlio adottivo, Imriel.
Per i canoni della Carey, l'inizio della nuova saga non è nel pieno delle suo splendore, ma questo non rende il testo meno interessante. Sebbene la storia sia più lenta e meno 'attiva', ci introduce a quello che sarà un altro personaggio bellissimo e capace di farsi amare con la sua personalità. In questo modo inizia, passo per passo, la formazione fisica e caratteriale del figlio di una potente traditrice, che cercherà in tutti i modi di essere buono.
Ma cosa significa essere buoni?
Imriel cercherà di capirlo nel suo mondo di intrighi e potere, di amore e passione, di lealtà e di giustizia sperando di trovere le vie giuste per essere 'buono'.
Come sempre, ottima la Carey. I nuovi personaggi non hanno a che fare con quelli vecchi, ma ne subiscono l'influenza come un figlio con i genitori, e riescono a coinvolgere il lettore che vuole avventurarsi al loro fianco fino alla fine; non annoia mai, perchè tra un sorriso e un colpo di scena c'è tutto il tempo per apprezzare la capacità inventiva dell'autrice; i nuovi scenari sono sempre unici. La scrittura è comprensibile ma non banale, il lessico è pertinente, lo stile incalzante.
La mia solita ramanzina spetta solo all'onnipresente ed eccessiva parte erotica, su cui chiudo sempre (e con indulgenza) un occhio. Se vi piace il genere, leggetelo, leggetelo, leggetelo!
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