Dettagli Recensione
Un uomo che dorme
Un ragazzo di venticinque anni, improvvisamente, la mattina di un esame universitario, anziché alzarsi, ignora la sveglia e continua a dormire. Da quel momento decide di negarsi a tutti i diritti e i doveri della vita; dorme, passeggia senza meta, passa ore a contemplare il soffitto del suo mini appartamento parigino del quale conosce a memoria ormai ogni piccola crepa, legge ogni riga de Le Monde, va ogni tanto a vedersi qualche film in cinema deserti, taglia i ponti con tutti gli amici e conoscenti, non ha più desideri. Il suo spazio onirico invade e si confonde con la realtà.
Georges Perec ci offre un romanzo che paventa quello che, penso tutti, prima o poi, almeno per un momento, hanno pensato o desiderato, un torbido desiderio qualche volta accarezzato: ritirarsi dal mondo senza morire, senza scomparire del tutto, esserci ma non apparire, non fare nulla. Un suicidio psicologico che una volta iniziato ti tira dentro in un vortice oscuro dal quale è sempre più difficile uscire. Gli unici rapporti, con i camerieri dei café parigini o con le maschere dei cinema, tutti uguali, tutti anonimi, non liberano dall'allucinante estraneità dal mondo dove il protagonista si è nascosto, ma semmai la rinforzano.
Un romanzo inquietante, non facile, interessante.
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