Dettagli Recensione
Sacrilegio!
Questo secondo sequel è semplicemente indegno, al confronto "Rossella" della Ripley (che in fondo non mi è dispiaciuto) fa un figurone!
Innanzitutto, non c'è il minimo rispetto per le psicologie dei personaggi originali: Rhett viene trasformato in un amico dei negri politicamente corretto; Melania in una scialba casalinga che sa della tresca tra suo marito e la sua migliore amica e tace per amore di entrambi; Rossella perde la sua avvedutezza negli affari e la sua incrollabile determinazione (nel finale lascia bruciare Tara! La vera Rossella si sarebbe buttata in mezzo alle fiamme per spegnere l'incendio anche a costo della vita) e diventa un personaggio secondario che vive solo di riflesso; pressoché scomparsi i tormenti interiori di Ashley, dilaniato tra l'amore per Melania e il desiderio per Rossella e dolorosamente conscio della propria inadeguatezza rispetto al mondo sconvolto del dopoguerra; e gli esempi potrebbero continuare.
In secondo luogo, McCaig si dilunga per pagine e pagine su personaggi che in "Via col vento" sono assenti o appena accennati (come il pupillo, la madre e la sorella di Rhett), trascurandone altri fondamentali, quali Rossella, la vera, grande protagonista del capolavoro della Mitchell, o Mammy. Il che avrebbe anche senso in un romanzo il cui protagonista è Rhett, a patto che fosse fatto bene! Invece i filler elaborati da McCaig sono quanto di più sciatto e dozzinale si possa immaginare: il padre malvagio e spietato -quando in "Via col vento" è un perfetto gentiluomo, e a questo si devono i dissapori col figlio, considerato dai benpensanti un farabutto senza coscienza-, la madre bigotta, la sorella una sorta di incrocio incoerente tra il Rhett, la Melania e la Rossella dell'originale; e poi l'amico delinquente, quello scialbo ma intelligente e sensato, quello debosciato, quello falso e mellifluo, tutti tagliati con l'accetta.
L'opera di McCaig è inoltre zeppa di errori e anacronismi: impensabile che un gentiluomo -sia pure anticonformista come Rhett- si batta in duello col figlio del suo sorvegliante o che una signora come Melania possa diventare intima amica di Belle Watling, per quanto la tratti con gentilezza! Inconcepibile che la pudibonda Melania, che si vergogna di farsi vedere a seno nudo da Rossella, discorra con noncuranza di metodi anticoncezionali con Rosemary! Mal si conciliano col romanzo originale -che non ne fa alcun cenno- anche la profonda amicizia tra Melania e Rosemary e il fatto che Rhett e Archie (Baldo nell'edizione italiana) si conoscessero già durante la guerra.
Completamente scomparsa, poi, la dimensione epica dell'originale, che la Ripley si era sforzata di ricreare -con risultati non disprezzabili- nei capitoli irlandesi. E non parliamo dell'aspetto ideologico! Se la Mitchell aveva realizzato un manifesto dei valori del Vecchio Sud (senza tacere però la loro inadeguatezza rispetto ai tempi moderni, non a caso sono Rhett e Rossella, entrambi reprobi e anticonformisti, quelli che meglio sopravvivono alla tempesta della guerra), e la Ripley era in parte riuscita nell'impresa di ricreare l'atmosfera dell'originale senza prestare il fianco alle solite, trite accuse di razzismo, McCaig esibisce un'accozzaglia malamente incollata di luoghi comuni politicamente corretti.
Abborracciato e inverosimile il finale: come può un valoroso combattente come Ashley avere la peggio con lo sciancato Archie, costringendo Will Benteen a venire in suo soccorso? Com'è possibile che una banda di tre persone faccia il bello e il cattivo tempo con gente coraggiosa, decisa e abituata a maneggiare le armi? E se a Tara scarseggiano i fondi, che aspettano a chiedere aiuto a Rhett invece di sgobbare per mesi come negri?
In conclusione, un volume buono tutt'al più per il caminetto.