Dettagli Recensione
Caro Paul, ti scrivo.
Caro Paul,
ti conosco da "Sbarcare il lunario", prima edizione, ero ancora studente universitario...scusa se è poco.
Ho letto tutto di te, ma proprio tutto.
Il preferito? "L'invenzione della solitudine", non ho dubbi.
Contento?
Ora però ascoltami bene, anzi, listen to me my old : ne ho il naso pieno di libri in cui ci sia qualcuno che va a vedere il baseball, commenti un fuoricampo mangiando pop corn, faccia praticamente pubblicità al tuo amico De Lillo.
Insomma, ti sei un po' involuto.
Scrivere la Trilogia non è qualcosa che si improvvisa...e sono d'accordo.
Tuttavia, lasciatelo dire, Follie di Brooklyn e Uomo nel buio li ho trovati davvero TREF, e tu sai benissimo in yiddish che cosa voglia dire.
Sunset park è un libro che, a mio parere,avevi scritto quasi quindici anni fa...sbaglio? No no no, non sbaglio.
Una nenia ammaliante di tuoi topoi precipui, ecco che cos'è.
Io dico solo questo, e vorrei che leggessi davvero : che cosa ti costa fermarti un momento?
Immagino che il tuo tenore di vita si sia da tempo evoluto dai tempi di Timbuctu...
Perché non scrivi qualcosa di "tuo"?
Non la solita pasta cotta all'americana, no.
Qualcosa che rimanga.
Ricordi La musica del caso? Ecco, anche senza ricorrere al buon vecchio Padre Kafka, ti prego, pensa ad un romanzo che resti.
E non ti offendere se ho letto quest'ultimo tuo "libro", chiamiamolo pure così, per farmi passare l'insonnia...
C'è chi all'uopo preferisce le pagine gialle.
Shalom Chaver.
Tuo, Jan
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Ah ah ah...
Ciao!
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Troppo forte!