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La versione di Barney di Mordecai Richler
Il canadese Mordecai Richler immagina che uno dei figli di un abile e scaltro produttore televisivo di prodotti spazzatura ritrovi ed adatti (con puntuali e doverose correzioni) un diario del padre nel quale questo racconta, spiega e commenta molti episodi della sua turbolenta (e talvolta comica) esistenza: il tutto con speciale riferimento alla sua vita sentimentale, strutturando l'opera in tre parti con i nomi delle tre donne che lo hanno amato, odiato, sopportato.
Come spesso capita nei diari, il romanzo e' "sconvolto" molto spesso da fuorvianti digressioni che, specie nelle prime 150 pagine, creano una certa perplessita' (soprattutto se, come me, si e' reduci da lettura di romanzi tradizionali e molto lineari) e che si spiegano poi in seguito con la grave malattia degenerativa legata alla vecchiaia che colpisce il protagonista.
Consiglio tuttavia i lettori a non demordere e andare avanti, poiche', dopo le accennate prime 150 pagine, la materia si fa decisamente piu' accattivante, divertente e brillante, e Barney sfodera finalmente quel lato sfrontato, burlone e cazzone che lo rendono davvero irresistibile. Il rapporto con la "seconda signora Panofsky" e' esilarante dall'inizio alla fine, e anche la conquista della meravigliosa Miriam risulta molto divertente.
Sulla fine l'opera si tinge anche di giallo, toccando ambientazioni processuali con esiti spesso spassosi e, in generale, e' ammirevole il fatto che il grande scrittore canadese sia riuscito a dare anima e simpatia ad un mediocre ignorante superficialone come Barney Panofsky.
Affrettatevi ad affrontarlo prima che esca l'ormai imminente versione cinematografica con Paul Giamatti e Dustin Hoffman, presentata con successo all'ultima Mostra del cinema di Venezia.