Dettagli Recensione
Piccola delusione
Banana Yoshimoto per me è stata un grande amore adolescenziale.
Avevo iniziato ad amarla timidamente con "Kitchen", "Lucertola" e "Sonno profondo".
L'amore forte è scoppiato con "Amrita", che mi è entrato dentro con grande forza. "Honeymoon" ha decretato la fine di questo amore.
Quegli elementi che mi avevano catturato in "Amrita", e cioè le atmosfere rarefatte, la capacità dei personaggi di dialogare di argomenti estremamente intimi con una naturalezza che sconfina un po' nella neutralità, si sono rivelati proprio i punti deboli di questo romanzo.
Non c'è la benché minima parvenza di "sentimento".
Spesso i personaggi della Yoshimoto hanno ferite terribili, storie assurde alle spalle, ma non esternano mai quegli eccessi emotivi tipici di noi latini. In Yoshimoto sono gli elementi naturali, più che i personaggi, a veicolare una certa carica emozionale: il mare, il cielo, una lucertola che sonnecchia sotto il sole, un tramonto.
In "Honeymoon" è il giardino il punto focale del romanzo.
E proprio sul giardino l'autrice spende le parole più poetiche.
Ma, arrivati alla fine,non c'è niente che ti rimanga impresso della storia, o dei personaggi.
A quel punto ho smesso di leggere la Yoshimoto, come se con i libri precedenti mi avesse già dato tutto ciò che mi mancava e non avessi bisogno d'altro.
Indicazioni utili
è libero di scegliere.