Dettagli Recensione
Un libro da leggere e far leggere
Siamo a Berlino, nel 1942 e viviamo tutta la storia con gli occhi di un bambino, Bruno di nove anni, figlio di un alto ufficiale delle SS. Bruno non sa che lavoro fa il padre, non sa chi è quel personaggio così potente e temuto che promuove il papà e lo fa trasferire con tutta la famiglia in un posto lontano, brutto, triste, senza bambini per giocare. Lui vorrebbe tornare a Berlino, nella sua bellissima casa, dai suoi amici. Qui, ad "Auscit" come lo chiama lui, il posto che comanda il suo papà, ha solo la compagnia della sorella più grande con la quale non riesce proprio ad andare d'accordo. Ma un giorno scopre che al di là della recinzione con il filo spinato c'è un bambino come lui, Shmuel, nato il suo stesso giorno, che indossa, come tutti dall'altra parte, un pigiama a righe e attraverso il reticolato, in un punto nascosto, riesce a farci amicizia. Giorno dopo giorno l'amicizia con Shmuel riesce a fargli dimenticare i suoi amici di Berlino e fargli piacere perfino "Auscit". E' però una amicizia incompleta, i due bambini sono separati da una rete; sarebbe bello poter giocare assieme, senza una rete che li divida....
L'orrore visto da un bambino, che fino in fondo non saprà mai che quello che vede è l'orrore. Un libro di 200 pagine che scorrono velocemente, non c'è niente da interpretare, da capire, perché i bambini vedono le cose come sono (il Re è nudo!), e allo stesso tempo a volte non riescono a comprendere quello che c'è dietro, ma leggendo le cose così come le vive un bambino, facendo uno sforzo, forse l'orrore ci apparirà anche peggiore di come l'avevamo visto finora. Questo racconto è un viaggio triste, che fa soffrire. Accompagnare Bruno fino in fondo sarà, pagina dopo pagina, sempre più doloroso.
Erroneamente catalogato come libro per ragazzi, ma giustamente consigliato spesso dagli insegnanti, è un libro da leggere e far leggere a tutti.