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Non mi ha emozionata
Sulla base di tutti i commenti e delle recensioni, sono passata in libreria per comprarlo. l'ho letto in un paio di giorni. si legge in fretta e si vuole arrivare alla fine.
La storia è sicuramente allucinante, il percorso a ritroso della vita di un anziano rimasto bambino è qualcosa che lascia il segno, ma il modo di scrivere, il narrare gli eventi, la progressione e le parole non mi hanno emozionata. la storia scorre, ti rendi conto che è tutto drammaticamente vero, ma il modo in cui è scritta sembra un block note in cui gli eventi vengono appunto raccontati da terza persona, con distacco direi. le emozioni, a parte le volte in cui lo scrittore da' al padre la parola e la trascrive, non sono "reali". ho trovato il distacco - nonostante sia il figlio a scrivere - e non ho trovato alcun modo di farmi entrare nella storia. una specie di cronostoria in cui ogni evento man mano passa come dato di fatto. non so spiegarmi, e non voglio sicuramente inimicarmi alcuna persona, ma quando leggo un libro la particolarità di questo è leggervi delle parole che mi creino un distacco dalla realtà, che mi portino a provare sulla mia pelle il tragitto intrapreso dai personaggi descritti, il farmi coinvolgere dall'ambiente, dalle parole, dalle sensazioni. questo non è successo, e forse perchè mi aspettavo tanto. nessun colpo al cuore, nessun fiato sospeso o voglia di rileggere una certa parte che mi è piaciuta.
ma forse era questo l'intento dello scrittore: poco coinvolgimento emotivo, e tanta voglia di raccontare un evento con cui approfondire anche la parte di storia meno "conosciuta".