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straniero
Anita Desai ha una capacita' straordinaria di penetrare a fondo nei sentieri tortuosi dell'animo umano in questo romanzo denso di solitudine,emarginazione e disfacicemento.Hugo Baumgartner,ebreo tedesco,si rifugia in India per sfuggire al nazismo che in Germania inizia ad imperare.Il suo unico bagaglio sono le poche parole indiane che impara semplicemente per sopravvivere,i ricordi felici della ricca infanzia,l'affetto della dolce madre e che porta sempre nel cuore.Ma...cio' che fa sempre da sfondo e ha sempre fatto da sfondo nel suo animo e' la solitudine,prima in Germania come ebreo non praticante poi in terra straniera,sempre straniero,sempre "firanghi".Inizialmente si reca a Calcutta poi,dopo,l'isolamento in un campo di prigionia inglese,si trasferisce a Bombay,una citta' devastata dalla poverta' , dal terrore e dal pregiudizio per ogni straniero.Hugo vive ai margini in un piccolo appartamento,unica compagnia una schiera di gatti che adotta come famiglia, le lettere ormai ingiallite dal tempo della madre,qualche fugace incontro con Lotte ,sua unica amica, ,anche lei straniera,e qualche scappata al bar da Farrokh,indiano del posto,dove incontra un ragazzo tedesco che segnera' tragicamente il suo destino.Un finale drammatico,denso di amarezza e solitudine. ..."accanto alla teiera,sul tavolo,dispose le cartoline......le sposto' finche non furono tutte in fila ordinata dinanzi a lei.Ciascuna con impresso il numero j673/1.Come se le offrissero la chiave di un rompicapo,il senso di cio' che non aveva."