Dettagli Recensione
Un romanzo inferiore alle attese
L’ultimo romanzo della de Vigan ha un po’ deluso le attese dei lettori, se messo a confronto con “Gli effetti secondari dei sogni”. L’autrice vuole porre l’accento sulla solitudine e sulle problematiche esistenziali dei due protagonisti, Mathilde e Thibault. Che cosa significa provare il vuoto interiore, l’assenza di un’emozione intensa, che dia un senso alla loro vita scandita dalla ripetizione di eventi e gesti sempre uguali? E’ indubbiamente originale il tentativo dell’autrice di presentare i protagonisti avvolti da una tristezza totale, quasi a un bivio, sospinti dal desiderio di dare un calcio a tutto, di fare un salto nel buio, per provare a……ricominciare daccapo, con una vitalità nuova ed un’energia creativa. L’intento della scrittrice è riuscito solo in parte, perché non si è riusciti ad individuare l’analisi interiore degli stati d’animo di Mathilde e Thibault, a capire i processi emotivi ed intellettivi, che li hanno condotti a vivere una situazione limite. Quello che affiora è semplicemente un’esperienza di mobbing per la prima e il dolore causato da un amore finito per il secondo: l’indagine introspettiva si arresta a un livello superficiale. In definitiva i personaggi sembrano un po’ fittizi, costruiti, lontani dalla nostra realtà. Il romanzo comunque è scorrevole e lascia, nel complesso, un’impronta positiva. Ciò che veramente manca è qualcosa…….che vada in profondità.