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Un bel romanzo ma sa di già letto...
Ho letto “il gioco dell’angelo” dopo aver terminato “l’ombra del vento”, dal quale ero rimasto affascinato. Questo libro mi ha colpito per metà. Bella ovviamente l’ambientazione, le lunghe digressioni, la descrizione della Barcellona dei ruggenti anni 20, il “sottobosco culturale” che fomenterà le divisioni che porteranno la Spagna alla guerra civile. Però la vicenda, nonostante la scrittura fosse piacevolissima e scorrevole, mi sapeva di già sentito, di già visto. Zafòn infatti utilizza moltissimi personaggi del romanzo precedente, così come alcuni luoghi (soprattutto la biblioteca dei libri perduti). Questo artificio in realtà non sarebbe sbagliato, anzi, creerebbe un legame tra i due romanzi, una specie di “fil-rouge” che appassiona e diverte (sempre che non venga utilizzato solo per aggrapparsi al successo del primo romanzo). Il problema è che mi è sembrato di vedere in alcuni personaggi nuovi le stesse caratteristiche di quelli de “L’ombra del vento”. Il signor Vidal mi è parso la fotocopia di Miguel Moliner, per fare un esempio. Entrambi ricchi da far schifo, figli dell’elite industriale catalana di quegli anni, scrittori falliti, destinati a vivere una vita di facciata tra la ricchezza esteriore e la condanna all’infelicità. Questo non vuol dire che non sia un bel romanzo, scritto bene e da gustare velocemente, al contrario. Il problema è che dopo aver letto anche Marina, ho come l’impressione che Zafòn si copi moltissimo, sia come ambientazione (che ruotano sempre intorno allo stesso quartiere) ma soprattutto come termini, stile lessicale e come utilizzo delle stesse parafrasi (ho letto tutti i romanzi in spagnolo, nella versione originale). Il fatto è che, se avessi coperto i titoli dei romanzi e avessi letto una pagina a caso, probabilmente non avrei capito a quale vicenda corrispondesse, visto che si assomigliano molto. E questo, per uno scrittore come Zafòn che mi è parso uno dei migliori mai letti, è proprio un peccato.
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E' probabile abbiano chiesto a Zafon di scrivere, sull'onda del successo dell'Ombra, questo libretto di terz'ordine come ideale sequel.
Il risultato è che anche l'Ombra, giustamente, è stato ridimensionato come valore e giudizio.