Dettagli Recensione
D'amore morte e solitudine..
"Norwegian Wood" è un'opera interessante, intrisa di una poeticità descrittiva che aiuta a metabolizzare l'immensa tristezza di cui è permeata la storia.
Siamo nel Giappone di fine anni '60, nel periodo della contestazione studentesca, e i punti di riferimento dei giovani nipponici non sono così distanti da quelli dei loro coetanei europei e americani.
Toru Watanabe legge Salinger, Fitzgerald e Thomas Mann e ama i Beatles e il teatro.
Si potrebbe pensare di essere davanti a un Giovane Holden in salsa orientale, ma c'è di più: c'è il dramma della solitudine, la difficoltà di esprimere i propri sentimenti e l'incapacità di adattarsi a una società che, malgrado i fervori rivoluzionari, ribolle di ipocrisia.
Toru vive circondato dalla morte e ne accetta malvolentieri la sua onnipresenza nella storia della sua vita.
Ci sono due donne: la fragile Naoko e la vitale Midori: la prima è l'amore ideale, e proprio per questo sempre lontano, impalpabile, etereo; la seconda è l'amica del cuore, esuberante, eccentrica, incredibilmente invadente e loquace, ma proprio per questo irresistibile.
Nel continuo sforzo di costruirsi una sua etica personale, in un mondo che è sempre più caotico e incoerente, Toru parla poco e ascolta molto, si macera nelle sue amarezze e nei suoi pensieri, ma non rinuncia, finché può, a ironizzare sulla vita e a godere dei piccoli barlumi di luce che sembra offrirgli.
E' un romanzo che inquadra alla perfezione la solitudine umana e che tocca con immensa sensibilità la piaga del suicidio giovanile, ancora ora vivissima in Giappone.
Non lo consiglio a chi sta attraversando un periodo buio:
è intessuto di una malinconia tale che ti si appiccica addosso come la pece ed è difficile da mandar giù.
Tuttavia è così ben orchestrato che i picchi di drammaticità sono sempre, o quasi, controbilanciati dalle vulcaniche trovate di Midori, autentica ancora di salvezza della storia.
E' lei che consente al lettore di riprendere fiato, e il suo è uno dei ritratti femminili più riusciti e interessanti della letteratura degli ultimi decenni.
Da un punto di vista stilistico è un ottimo romanzo: scorre liscio come l'olio e non è mai superficiale, riesce sempre a incantarti con immagini suggestive e mai scontate.
Globalmente un buon romanzo, anche se psicologicamente impegnativo.