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I tormenti della psiche
E' il primo romanzo che ho letto di Dostoevskij e me l'ha fatto amare subito.
Con una prosa scorrevole e un ritmo febbrile, Dostoevskij ci introduce nella mente del giovane Raskolnikov, che si macchia di omicidio nei confronti dell'anziana padrona di casa.
Il movente dell'omicidio è poco chiaro, anche se intuibile: Rodja (questo il nome di Raskolnikov)è un giovane squattrinato,e la vecchia padrona di casa è una persona gretta e avida, che pensa solo a far soldi.
Questo gesto, tuttavia, per quanto possa trovare giustificazione nell'esasperazione, in una condizione di vita miserabile, inizia a scavare un solco nella coscienza del protagonista, corrodendolo dall'interno, procurandogli una sofferenza interiore che Dostoevskij descrive mirabilmente.
Se nella tragedia greca il rimorso di Oreste viene personificato nel mito delle Erinni, in questo romanzo ottocentesco si assiste al tortuoso percorso interiore di un'anima tormentata.
Non c'è più il Mito a trasfigurare e a simboleggiare i tormenti dell'anima, ma un uomo di fronte alla sua coscienza.
A rendere ancora più affascinante la lettura è la consapevolezza, da parte del lettore, che il protagonista pagherà le sue colpe di fronte alla giustizia e dunque alla società, ma il castigo più duro, il dolore più cocente saranno quelli patiti dalla sua anima.
Un capolavoro tremendamente attuale, sopratutto per la capacità di Dostoevskij di parlarci di Raskolnikov senza cadere nella tentazione di presentarlo come un eroe maledetto o, al contrario, come un colpevole da redimere, ma semplicemente come un uomo nella sua totalità, nel bene e nel male.
Da leggere.
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Commenti
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E' stato uno dei primi di Dostoevskij, e mi fa piacere fare un po'
di propaganda...;)ciao!
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Paolo