Dettagli Recensione
Che brutalità..
Dopo vari tentennamenti, sono riuscita a finire in questi giorni il libro di Bunker che, più degli altri, mi ha profondamente colpita, quasi disgustata, dal sistema carcerario americano.
Più degli altri libri, questo riporta per filo e per segno la vita di Bunker, da quando, ragazzino, entrava e usciva da case di correzione, riformatori, fino alle peggiori carceri della California, San Quintino.
Aveva un'intelligenza spiccata, ma non tollerava le imposizioni e le regole. Spesso si è trovato in situazioni create da altri, ma la verità è che non riusciva a rientrare nei binari di una vita "regolare".
E' riuscito anche a spacciarsi per pazzo, a inventarsi aggressioni mai avvenute, ad acquisire così una forma di rispetto dagli altri detenuti.
Ha provato anche la droga, dagli spinelli ai buchi, ma il contrasto fortissimo che permea dalla sua storia, è che leggeva tantissimo e aveva una cultura ben al di sopra dei suoi compagni di cella.
Picchiato a sangue dai secondini, scampato alle attenzioni di detenuti gay, ha cercato di sopravvivere in qualche modo ai 17 anni di reclusione che ha scontato, leggendo e scrivendo.
Difficile condensare 500 pagine di violenza e di brutalità, difficile non accennare al fenomeno di razzismo e alle guerre tra detenuti solo per il colore della pelle, difficile non essere nauseati da tanta crudeltà.
Difficile non amare questo personaggio, che è riuscito ad emergere e a condurre l'ultimo periodo della sua vita come una persona "normale".
Un libro per certi aspetti...noioso, nella descrizione di quanto il male possa fare parte di noi e di quanto i ruoli possano invertirsi, e l'ambiguità regna tra carcerieri e carcerati.